
Francesco Vannozzi
Pisa, 7 ottobre 2023 - Il 9 ottobre 2010, 13 anni orsono, in Afghanistan, nel distretto di Gulistan, l’esplosione di ordigno rudimentale, nascosto sul bordo di una pista, fa saltare in aria un Lince che, assieme ad altri mezzi militari italiani, scortava una colonna di mezzi civili. Muoiono quattro alpini italiani: fra questi il Caporal Maggiore Scelto Francesco Vannozzi di 24 anni. Tredici anni che non hanno minimamente annebbiato la memoria, il suo sorriso, la voglia di vivere che si era già espressa nel servizio agli altri. Infatti anche prima del suo arruolamento si era impegnato nella Protezione Civile della sua città natale, S. Giovanni alla Vena. Lo stesso spirito di disponibilità che dimostrava in quella terra martoriata dall’estremismo religioso e dalla violenza di una fazione despota, nel tentativo di riportarvi la libertà e la pace. IL RICORDO - Tredici anni, ma gli alpini del Gruppo di Pisa e della Sezione Pisa-Lucca-Livorno non dimenticano perché sostengono che i Caduti non muoiono ma “vanno avanti” nel faticoso cammino della vita. Quattro giovani vite che si univano ai 53 soldati italiani, alpini, paracadutisti, bersaglieri, carabinieri, fanti, genieri che avevano donato la vita per quei valori in cui credevano e che volevano far nascere in quella popolazione angosciata. Anche se oggi sembra che questi sacrifici siano stati vani, con la loro vera “missione” sono stati difensori dei diritti dei bambini, dei diritti delle donne, di una serena vecchiaia per quei volti che apparivano tragicamente inespressivi. Con il loro sorriso, il loro affetto, l’esempio di come può e deve vivere un popolo nella libertà e nella pace, anche indossando una divisa ed imbracciando delle armi, hanno aperto scuole, insegnato un mestiere, curato feriti e malati. Hanno lasciato un seme, bagnato dal loro sangue, che, di sicuro, anche se lentamente, potrà germogliare nelle future generazioni di quella terra offesa. Il sacrificio di giovani vite non può e non deve essere considerato inutile. AD EXCELSA TENDO - “Ad Excelsa Tendo” è il motto del Reggimento di Francesco: e Lui è stato fedele a quel motto fino all’estremo sacrificio. “Per non dimenticare” è l’impegno di ogni alpino e fedeli a quella promessa, anche quest’anno il 9 ottobre saremo presenti a S. Giovanni alla Vena con gli Ufficiali e commilitoni, sotto la nostra Bandiera, presso a quella stele che lo ricorda. Ci stringeremo ancora, con le Autorità militari, civili e religiose, alla sua mamma, al Suo babbo, alla famiglia tutta, per condividerne il dolore della mancanza ma anche per manifestare loro la nostra riconoscenza ed il nostro orgoglio per Francesco che con la sua vita è perenne esempio degli ideali di rispetto al dovere, di solidarietà, di amore alla patria. M.B.