MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Centenario morte di Kafka: l’Università di Pisa ospita Moni Ovadia

Ovadia sarà uno degli ospiti del ciclo “Un certo Kafka”, che si svolge il 3 e 4 giugno al Cinema Arsenale e alla Gipsoteca di Arte Antica.

Franz Kafka

Franz Kafka

Pisa, 31 maggio 2024 - Il 3 giugno 1924 Franz Kafka si spegneva, dopo mesi di agonia, nella clinica del dottor Hoffmann a Kierling, nei pressi di Vienna. Di lì a poco Max Brod, suo amico ed esecutore testamentario, avrebbe pubblicato i suoi testi inediti, tra i quali i tre romanzi incompiuti (Il processo, Il castello, America), e sarebbe iniziata la sua corsa nel mito. In occasione di questo centenario, il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa presenta “Un certo Kafka”, un ciclo di iniziative su un autore che ha segnato profondamente la letteratura europea e, più in generale, la coscienza moderna e contemporanea. La rassegna si apre il 3 giugno 2024 presso il Cinema Arsenale con la proiezione, in copia restaurata, del film Intervista di Federico Fellini, racconto di sé del regista sul significativo sfondo del lavoro a una trasposizione filmica del romanzo America di Kafka. Martedì 4 giugno, dalle 9.15, presso la Gipsoteca di Arte Antica (Piazza San Paolo all’Orto), si svolge una giornata di studi, durante la quale studiose e studiosi dell’opera di Kafka si confrontano tra loro e con il pubblico per offrire uno sguardo ad ampio raggio sui testi dello scrittore ieri e oggi. Il ciclo si conclude alle 17,45 con un intervento di Moni Ovadia, artista e profondo conoscitore della cultura ebraica, che presenta la propria esperienza in relazione all’opera e alla figura di Franz Kafka. Il ciclo di iniziative è aperto a tutta la cittadinanza.

Scrittore boemo di lingua tedesca, Franz Kafka (Praga 1883 - Kierling, Vienna, 1924) è tra i maggiori autori del Novecento. Le sue opere - quasi sconvolgenti allucinazioni - descrivono esperienze di un'inquietante assurdità facendo uso di una scrittura lucida, straordinariamente precisa e realistica nei dettagli e nel tratteggiare fatti inauditi come momenti della più normale quotidianità. K. rifiuta ogni intento edificante, mirando piuttosto ad analizzare, con tutto ciò che di negativo, di angoscioso, di tragico, e anche di desiderabile e persino di positivo essa comporta, la sua battaglia per l'esistenza. Artista solitario e tragico, logico e trascendente, angoscioso e minuzioso, la sua produzione letteraria è inseparabile da Praga, la "città degli strambi e dei visionari" in cui trascorse la sua vita tormentata; molte delle sue opere vennero pubblicate postume, e parte di esse è incompiuta.