REDAZIONE PISA

Caso Ifc-Cnr Pisa: assoluzioni e prescrizioni dopo 10 anni di indagini

Conclusa la vicenda giudiziaria dell'Ifc-Cnr di Pisa con assoluzioni e prescrizioni. Accuse di peculato e corruzione decadute.

Conclusa la vicenda giudiziaria dell'Ifc-Cnr di Pisa con assoluzioni e prescrizioni. Accuse di peculato e corruzione decadute.

Conclusa la vicenda giudiziaria dell'Ifc-Cnr di Pisa con assoluzioni e prescrizioni. Accuse di peculato e corruzione decadute.

Il caso esplose nel 2015 con le perquisizioni della guardia di finanza e la notizia di un "buco" milionario all’Ifc-Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa. Tutto partì da un esposto proprio dell’ex direttore della struttura, Giorgio Iervasi. Ieri il capitolo finale della vicenda giudiziaria andata avanti per quasi 10 anni. Il pubblico ministero ha riqualificato due ipotesi di peculato in truffa e su questo il collegio si è pronunciato affermando di non doversi procedere per estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Una terza ipotesi di peculato è stata riqualificata in abuso d’ufficio. Qui è arrivata l’assoluzione perché "il fatto non è più previsto come reato". Per quanto riguarda l’accusa di corruzione: la sentenza è stata di assoluzione "perché il fatto non sussiste". Il collegio (presidente Giovanni Zucconi, a latere Annalisa Dini e Domenico Rocco Vatrano) si è preso 90 giorni per le motivazioni. In sede di prima udienza preliminare erano stati evidenziati due problemi e si era dovuto quindi ripartire dalla richiesta di rinvio a giudizio che era stata fatta per sette: Antonio Bellucci, Chiara Biagini, Marco Borbotti, Eugenio Picano, ex direttore Ifc, che si è sempre difeso sostenendo che le firme sugli atti non erano le sue, Daniele Ferri, Simone Luzi e Cristiana Bracci.

Dopo l’esposto, a febbraio 2015 la finanza perquisì la sede della struttura per passare al setaccio i bilanci 2013 e 2014 dove emersero - la ricostruzione che avevano fatto i finanzieri - crediti per importi rilevanti mai incassati. Ruolo centrale in tutta la storia sarebbe stato proprio quello del custode Borbotti, "responsabile ufficio progetti" dell’Ifc: nella graduatoria del concorso era arrivato al primo posto. Per avere accesso alla selezione aveva autocertificato (come da lui ammesso) una laurea, mai ottenuta. Borbotti, definito "incapace" attraverso due perizie fatte eseguire dallo stesso Tribunale di Pisa in sede civile e dalla Corte d’appello, era stato per questo procedimento dichiarato parzialmente capace e quindi processato assistito dall’avvocato Giulio Venturi. Ora si trova a casa seguito sempre dai medici Asl. Gli altri legali in campo: Giancarlo Corsetti, Stefano Del Corso, Riccardo Ghilli, Silvia Corradini.

Antonia Casini