di Michele Quirici
A Peccioli una delle “presenze” più affascinanti dell’intero territorio è quella del convento dei Cappuccini. Per più di quattrocento anni i frati hanno abitato qui. La loro opera è stata preziosa e la loro storia straordinaria. Grazie alla splendida ricerca di Ubaldo Morozzi dal 2017 è possibile leggere la “Storia dei conventi cappuccini toscani dalla fondazione al 1704, La storia dell’Ordine da un manoscritto inedito di Filippo Bernardi da Firenze” (Firenze University Press) in cui sono contenute notizie intorno alla nascita di due conventi a noi molto cari: quello di Pontedera e quello di Peccioli.
Scrive Filippo Bernardi della terra di Peccioli: “fu conosciuta ne’ tempi più antichi sotto il nome di Monte Falcone di Val d’Era (se vera è l’attestazione de’ moderni Paesani) ma non sanno dire per qual motivo né in qual tempo lasciata la prima denominazione, s’acquistasse questa seconda di Peccioli. Questo si è ben certo, che ella è di antichissima fondazione, e fu già una delle Terre più felici (sia in frequenza d’abitanti o in genere di ricchezze) che sotto l’imperio de’ Pisani riposasse, a’ quali fu tolta da’ Fiorentini l’anno 1362. Occupa con le abitazioni la sommità d’una vaga collinetta circondata di buone muraglie, e ripiena di fabriche di ragionevole apparenza. Dentro le mura si stima che vi alberghino circa 1000 Persone, tra le quali numeransi non poche Famiglie comode, e civili; ma compreso il suo distretto, si computa non vi sieno meno di 1400 Anime, tutte sotto l’unica Chiesa Parrocchiale di Peccioli, insignita anche del titolo di Propositura. Gode all’intorno l’amenità d’una bella campagna distinta in varie colline, ben coltivate, e fruttifere, sì in grano, e in biade come in olio, e in frutte, e sopra tutto in saporitissimi vini, che conferiscono molto alla sanità corporale. L’aria sola par che non concorra totalmente a felicitar questo Luogo perché partecipando alquanto del clima della Maremma, viene a trovar anche talhora alcuno de’ suoi non buoni effetti. Fa per Arme Peccioli un Ponte con due Torri unite al medesimo Ponte, e un Fiume che vi passa sotto”. La “Chiesa maggiore” dedicata a S. Verano è “provveduta di Proposto e di quattro Cappellani” e qui “si venera il Cranio del suddetto Santo, recatovi di Francia da un Sig. re di Casa Ucci”. In chiesa si custodisce anche un “divotisismo Crocifisso” di cui a Peccioli si narrano “sperimentati miracolissimi effetti”. Nel comune ci sono tre Confraternite di Secolari: S. Jacopo che si distingue per le cappe rosse, dell’Assunta che veste di bianco e quella del Santissimo che ha scelto il turchino. “Tutti i Martedì dell’anno vi si tiene il mercato, dove soleva già concorrere gran numero di Venditori, e di Compratori, in riguardo alla comodità del posto, che è in mezzo a molte Terre, e Castella popolate; ma in hoggi è non poco decaduto, havendogli tolto la mano il luogo di Pontadera, ove al presente si tengono grossi mercati, per esser anch’esso comodo in riguardo all’Arno”.
Fino al 1577 qui non esistevano “Conventi Claustrali” e in quell’anno nell’animo dei più “divoti”,“si svegliò un vivo desiderio di fondarne” uno. Niccolò Francesco Spina “Nobil Fiorentino” offrì una “chiesetta pochi anni prima costrutta”, “dedicata alle glorie dell’Arcangelo Michele” (il luogo dove sorgeva si chiamava S. Michele di Monte Rotto al Gioiello) mentre Alessandro di Jacopo Catignani mise a disposizione le sue terre “in quelle vicinanze”. Nel 1580 tutto era compiuto. Il convento rimase attivo fino al 2016 quando Padre Riccardo lasciò Peccioli e da cinque anni la cura del complesso è stata affidata ai confratelli di Pontedera.