ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Calci arriva al 46%. In scia Pisa e San Giuliano. Flop sulla cittadinanza

Sul quinto quesito anche nell’area pisana il "No" ha superato il 30%. Petrucci: "E ora obiettivo Regione". Ceccanti: "Ammettere sconfitta". .

Sul quinto quesito anche nell’area pisana il "No" ha superato il 30%. Petrucci: "E ora obiettivo Regione". Ceccanti: "Ammettere sconfitta". .

Sul quinto quesito anche nell’area pisana il "No" ha superato il 30%. Petrucci: "E ora obiettivo Regione". Ceccanti: "Ammettere sconfitta". .

di Enrico Mattia Del Punta

Una domenica d’estate e un silenzio alle urne. Nei comuni della provincia di Pisa, il referendum si è consumato nel segno della disillusione: nessuna località ha raggiunto il quorum, nonostante l’impegno di alcuni territori e un’affluenza sopra la media nazionale.

Fin dai primi dati, la scalata per i cinque quesiti referendari è apparsa - a mano a mano che i numeri venivano diffusi dal Viminale - come una vera e propria vetta sempre più alta da scalare. Già domenica, infatti, dopo le prime rilevazioni parziali delle 12, molti rappresentanti di lista avevano abbandonato le speranze di raggiungere il 50% necessario per la validazione del referendum abrogativo.

Nel comune di Pisa si è registrato uno dei dati più alti, con un’affluenza definitiva pari al 45,5%. Il "Sì" ha raggiunto il 90% nei quattro quesiti sul lavoro, mentre sul tema della cittadinanza si è fermato al 74%. A livello provinciale, il comune con la maggiore affluenza è stato Calci, con il 46%, mentre quello con la partecipazione più bassa è risultato essere Monteverdi Marittimo, con il 26,4%. San Giuliano Terme ha toccato il 44,8%, Cascina e Vecchiano il 42%, Vicopisano il 39,3%.

Un caso nel caso è rappresentato dal flop del quinto quesito, dove anche nell’area pisana il "No" ha superato il 30%, sia a Cascina che a Vecchiano. Alcune sezioni – poche – sia di Pisa che di San Giuliano Terme hanno abbondantemente superato il quorum, arrivando fino al 56%, ma nessun comune pisano ha raggiunto il fatidico 50% +1.

Numerosi i commenti post-voto, soprattutto dal centrodestra, che ha esultato per l’esito. "I dati del referendum su cui Giani e compagni si sono spesi senza tregua sono il miglior sondaggio del clima regionale: la Toscana è contendibile", ha dichiarato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Diego Petrucci, che poco dopo la chiusura dei seggi ha rilanciato la sfida al prossimo voto regionale. "I toscani – ha aggiunto – non credono più a questa sinistra che ha voluto spaccare i sindacati sul tema del lavoro. Adesso è il momento di correre e sciogliere la riserva sul nostro candidato Alessandro Tomasi".

"Nonostante i goffi e imbarazzanti tentativi di spingere i cittadini al voto con metodi ai limiti della propaganda, il referendum è stato sonoramente bocciato", ha commentato anche Elena Meini, capogruppo in consiglio regionale della Lega. L’esponente del Carroccio, nei giorni scorsi, aveva criticato in più occasioni alcuni "appelli al voto" diffusi tramite l’Alert System dal comune di Cascina.

"Il dibattito sulla riforma necessaria dell’istituto prezioso del referendum è legato anche al giudizio sul voto - è infine l’analisi pubblicata su X del costituzionalista ed ex deputato del Pd, Stefano Ceccanti -: se non mobiliti neppure la metà più uno dei votanti alle precedenti politiche (64%), che è il quorum ragionevole che si auspica, hai perso e lo dovresti ammettere".