Bocciato dalle opposizioni. E da un po’ di Pd

In consiglio regionale assente Mazzeo e Pieroni esce dall’aula. No di M5S e Lega. Il sindaco Conti: "Ai cittadini interessebbe pagare meno Tari"

Bocciato dalle opposizioni. E da un po’ di Pd

Bocciato dalle opposizioni. E da un po’ di Pd

Bocciato dalla destra, bocciato dal Movimento 5 Stelle e indigesto anche dentro una frangia di Pd. Il Piano regionale dei rifiuti, il giorno dopo il voto favorevole in consiglio regionale, deve difendersi anche (e soprattutto) dal fuoco amico. Se infatti il sindaco Michele Conti, leader del centrodestra pisano, non esita a definirlo "né coraggioso né risolutivo", in casa Pd la voce critica più forte è quella del presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, leader dei riformisti dem pisani e toscani, che puntualizza: "Ritengo che il piano dei rifiuti abbia bisogno, dal momento dell’adozione all’approvazione, di significative migliorie". "Mi sarei aspettato una Piano - osserva Conti - che prefissasse due obiettivi: riduzione delle tariffe per i cittadini e servizi più efficienti. Invece non dà risposte ai territori e ai cittadini e non stabilisce dove verranno collocati gli impianti sul territorio regionale, scaricando sugli enti locali responsabilità che altri non hanno avuto il coraggio di assumersi. Quando i cittadini si lamentano, giustamente, delle tariffe troppo alte della Tari se la prendono con noi sindaci. In realtà si tratta della conseguenza tangibile di un sistema regionale di gestione dei rifiuti che non funziona. Un sistema a cui questo Piano adottato non pone rimedio come avrebbe dovuto: non si è raggiunto neanche l’obiettivo minimo di rendere gli Ato autonomi nello smaltimento dei rifiuti".

Mazzeo, assente in aula al momento del voto per motivi personali, ricorda e sposa l’intervento del collega dem Andrea Pieroni (uscito dall’aula al momento del voto, salvo ripensarci e cercare di rimediare alla gaffe inviando una nota alla stampa): "Non possiamo pensare, come hanno detto il collega Pieroni, e il sindaco di Livorno, che ci sia un pezzo di Toscana che produce e un pezzo che smaltisce, ci deve essere un equilibrio di ambito: questa è una manifestazione di interessi che non prevede localizzazioni però nel caso ci fosse ancora questa differenza, cioè che l’Ato centrale non è in grado di saper fare proposte di impianti perché le imprese non le fanno, penso che la giunta regionale debba farsi carico di ridurre questa disuguaglianza: auspico nella capacità di sintesi del presidente Giani, anche se mi avrebbe fatto piacere che se ne fosse discusso nel mio partito’’. Credo che uno spazio di discussione debba esserci per dare la possibilità a territori che in questo passaggio hanno evidenziato maggiori sofferenze, diridurre le diseguaglianze che ancora ci sono". Di "criticità" del piano parla anche Pieroni "sulle quali ‘’si dovrà lavorare’’ per sanare lo ‘’squilibrio territoriale nella collocazione degli impianti’’. Poi precisa di avere espresso il suo "assenso all’adozione del piano". Assenso politico ma non di fatto, visto che è uscito dall’aula come conferma anche l’esito della voto elettronico.

Contro le scelte calate dall’alto, anche in tema di rifiuti, la capogruppo M5S in consiglio regionale Irene Galletti, che ribadisce "il rifiuto assoluto di qualsiasi forma di speculazione sui servizi essenziali dei cittadini, tra cui la gestione dei rifiuti, quella dell’acqua, del gas e di tutti i servizi di vita quotidiana". "La nostra visione è chiara – continua – : vogliamo promuovere politiche che incrementino progressivamente e rapidamente il riuso e il riciclo, in linea con la Strategia Rifiuti Zero per eliminare gradualmente discariche e inceneritori". Ed Elena Meini, capogruppo della Lega, definisce il Piano "fallimentare". "abbiamo messo nero su bianco uno specifico Ordine del Giorno, chiedendo massimo impegno da parte di chi di dovere per attenzionare questo comparto che, come la vicenda Keu dolorosamente insegna, è appetibile per la criminalità organizzata".

Gab. Mas.