REDAZIONE PISA

Bargagna presidente Franchi tiratori sconfitti Nervi tesi nella Lega Martinelli ’apre’ a Conti

Elezione con i brividi per la presidenza del consiglio comunale: mancano tre voti alla maggioranza. Imbarazzo nel centrosinistra per l’ex candidato sindaco pronto a votare "un moderato di Forza Italia o Pisa al centro".

Bargagna presidente Franchi tiratori sconfitti Nervi tesi nella Lega Martinelli ’apre’ a Conti

di Gabriele Masiero

Serve la quinta votazione (una più del previsto) al centrodestra per disinnescare i franchi tiratori dentro la maggioranza ed eleggere Alessandro Bargagna presidente del consiglio comunale con appena 17 voti, lo stretto necessario per riuscire a indossare la fascia. Al quarto scrutinio, infatti, il consigliere leghista non raggiunge il quorum e a remargli contro sono almeno 3 franchi tiratori del centrodestra: spunta nelle schede il nome di Alessandro Gennai (il presidente leghista della precedente consiliatura e tutti ma proprio tutti in aula pensano che sia proprio il suo voto), ma anche quello del patron del Pisa, Alexander Knaster, e una scheda nulla.

Bargagna si ferma a 16 voti e in Sala delle Baleari cala il gelo. Sospensione tecnica con il sindaco Michele Conti infuriato che vede nell’esito della votazione anche un rischio di indebolimento della sua leadership. Seguono riunioni a tratti tesissime, soprattutto con la Lega che deve fare i conti anche con l’assenza del capogruppo Edoardo Ziello, impegnato alla Camera, mentre Fratelli d’Italia registra l’assenza per motivi personali di Elena Del Rosso. Ma è dentro il Carroccio che si respira un clima di tutti contro tutti, con Gennai che appare il più recalcitrante a rinunciare alla presidenza. Dietro le porte chiuse si alzano i toni e Conti sbotta: "La politica è una cosa seria". Le schermaglie interne, infatti, rischiano di rallentare la produttività dell’assemblea cittadina con ricadute negative sull’attività della giunta. Dopo mezz’ora di sospensione si torna in aula e a parte qualche tatticismo (Raffaella Bonsangue di Forza Italia arriva dopo la chiama e per un minuto sulle schiene della maggioranza scorrono i brividi di un possibile altro fallimento), alla fine però la votazione va in porto e Bargagna risulta eletto, tra gli appalusi di tutta la maggioranza (tranne Gennai che resta immobile, salvo più tardi aiutarlo a indossare quella fascia per la quale il medico ha lottato fino alla fine). Dall’opposizione si sorride, eppure le divisioni anche nel centrosinistra sono state palpabili anche ieri: Paolo Martinelli, leader de La città delle persone, ha spiazzato i suoi compagni di viaggio dicendosi pronto "a sostenere una candidatura moderata, espressione di Forza Italia o della lista civica di Conti".

Parole indigeste per Sinistra unita, per il Pd e Ciccio Auleta (Diritti in comune), che però spingono il sindaco a dirsi "lusingato perché è il riconoscimento politico di un lavoro che durerà nel tempo al servizio della città e non solo in questa consiliatura". Un modo elegante per sottolineare l’autogol appena commesso dal suo sfidante. "Auguri di buon lavoro" a Bargagna arrivano da Matteo Trapani (Pd) e Luigi Sofia (Sinistra unita), con il primo che auspica "una gestione plurale, rispettosa delle istanze della minoranza e in discontinuità con quanto avvenuto nella scorsa consiliatura, ma le divisioni della maggioranza hanno impedito un’elezione con un risultato più ampio", e il secondo che aggiunge: "la destra divisa ha indebolito una figura di garanzia". I due vicepresidenti del consiglio comunale saranno Francesco Niccolai (Fdi) e Maria Antonietta Scognamiglio (Pd).