Messi alla prova e umiliati. I professionisti del benessere, i promotori del ‘mens sana in corpore sano’, proprietari di palestre e piscine si sentono mortificati e umiliati dalle parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dalla ‘messa alla prova’ per una settimana. Fra sabato e domenica dovrebbe arrivare la decisione definitiva sull’eventuale chiusura temporanea di palestre e piscine, ma la frittata è già fatta, secondo molti operatori che ancora devono fare i conti con i danni immensi della chiusura in primavera e che adesso, con la messa alla prova di una settimana, vivono un pre-lockdown che avrebbero preferito risparmiarsi. "L’annuncio di Conte è stata una pubblicità negativa – spiega Pietro Simonelli, titolare della palestra Topfit di Pisa- molti clienti non stanno venendo per paura, i nuovi contatti rimandano di sottoscrivere gli abbonamenti. Il caos è totale e per di più nessuno ha capito le ragioni di questa ‘prova’. C’è il sospetto, condiviso da diversi colleghi pronti a scendere in piazza, che sia solo un pretesto per mantenere equilibri politici. Per il resto – aggiunge Simonelli – noi ci sentiamo tranquilli, visto che da sempre rispettiamo le regole. Dopo tutti gli sforzi che abbiamo finora, questa attesa è ancora più umiliante". Giacomo Marinoni Bettoni è il titolare della palestra Ego Fitness di Caprona e presidente di ConfSport di Confcommercio. Così si sfoga: "Assurdo e vergognoso punire tutti perché qualcuno non rispetta le regole. Noi abbiamo decine di migliaia di spese all’anno e i danni del lockdown non li abbiamo ancora recuperati e non ce li paga nessuno. Non si può pensare di chiudere, come è stato fatto fra marzo e maggio, senza prevedere aiuti economici e punire anche chi rispetta le regole". L’effetto delle parole di Conte si è subito fatto sentire: "Gli abbonamenti annuali sono diventati mensili, i mensili ingressi e i nuovi abbonamenti rimandati. In piùabbiamo dovuto rimborsare tante persone. Tutto questo grava solo sulle nostre spalle perché nessuno ci ha aiutati. Se chiudere è necessario per limitare i contagi, lo faremo, ma il governo dovrebbe impegnarsi a restituirci il fatturato perduto rispetto al periodo di chiusura". Sulle barricate anche Giada Sciacol, delle palestre Zone e Zone City: "E’ assurdo che si pensi di far pagare un intero settore per colpa di pochi che non rispettano le regole. In questa settimana stiamo già vivendo un lockdown, grazie alle incaute parole del presidente che hanno creato terrore. Investiamo nelle sanificazioni e nella giusta gestione degli spazi. I nostri atleti sono responsabili e le palestre sono i luoghi più sicuri". Da noi – spiegano – vengono malati di diabete e di varie patologie che con l’attività fisica riducono il rischio di ricoveri e aggravamenti. Il governo e il sistema sanitario dovrebbero ringraziarci anziché trattarci come covi di untori". Andrea Bedini, proprietario delle due palestre Moving Fitness Club e Moving City Lab, fa i conti delle perdite: "I nostri dati parlano di un calo del 65% per il rinnovo degli abbonamenti, questo ci preoccupa, anche in vista di un secondo lockdown che speriamo non ci sia". "Conte non può generalizzare dicendo - continua Bedini - che ha sentito dire che nelle palestre non si rispettano le norme. Ci sarà chi fa di testa sua, ma moltissimi lavorano nel rispetto delle norme, come noi. Così si fa passare un messaggio sbagliato, e questa settimana di tempo che ci ha dato ha visto un netto calo negli abbonamenti, come detto prima".
Eleonora Mancini
(ha collaborato Elia Folco)