REDAZIONE PISA

Aperta l’inchiesta formale . Oltre 20 i nomi arrivati in procura

La ricostruzione dei presenti quel giorno, dagli operativi ai funzionari: si deciderà poi se e chi indagare. La polizia ha consegnato sabato: l’ordinanza per l’ordine pubblico, le immagini e la relazione post manifestazione.

Aperta l’inchiesta formale . Oltre 20 i nomi arrivati in procura

di Antonia Casini

PISA

L’inchiesta è stata aperta formalmente. E ieri mattina è arrivata la delega per le indagini ai carabinieri ai quali nei giorni scorsi era stato chiesto materiale. Sono oltre 20 i nomi depositati in procura, tutti quelli di chi era presente la mattina di venerdì. Sarà la magistratura a decidere poi tra questi se e quanti iscrivere nel registro degli indagati e con quale ipotesi di reato. E’ stata la stessa polizia di Stato, sabato, a consegnare "per dovere di trasparenza", è stato detto da subito, l’ordinanza del questore, i video e, appunto, i nomi dei poliziotti in servizio, dagli operativi ai ’capi’.

Il servizio prevedeva tre squadre da mettere in campo assegnate dal Ministero: due della polizia e una dei carabinieri. Le prime due del reparto mobile proveniente da Firenze, la terza del battaglione degli uomini dell’Arma, che non era però disponibile, sono stati quindi chiamati i militari di Stazione locale senza il blindato ma con le normali gazzelle. Per quanto riguarda il reparto mobile della polizia, di solito le squadre sono formate ciascuna da 10 agenti.

Nel caso di venerdì a Pisa, pare che non ci fosse disponibilità e che quindi fossero ognuna da 7 più un autista che però resta nel mezzo blindato. Una prima squadra era stata mandata in via San Frediano. Quando però la tensione è salita, l’altra dislocata in via Tavoleria, è stata dirottata sempre vicino al liceo Russoli. Quattordici agenti, dunque, di fatto operativi, a cui aggiungere però il dirigente del servizio e due funzionari addetti della questura. In strada, però, c’erano anche la Scientifica e la Digos in borghese, il cui dirigente era fuori per un corso, presente un sostituto. Altre 5-6 persone che erano lì, però, sostanzialmente per documentare.

Oltre 20, dunque, in tutto. Tra tutte queste figure la procura si dovranno individuare i poliziotti che materialmente hanno usato la forza (c’è stato un abuso?), ma anche eventualmente responsabilità di chi ha dato l’ordine della carica se così è stato. Un lavoro che sembra non possa concludersi in breve ma che si deve avvalere dei video per identificare chi ha materialmente usato il manganello e non solo, incrociando le immagini con i famosi nomi presenti nella lista depositata. Il questore Sebastiano Salvo, ora sotto accusa, in quei momenti era impegnato, sempre in città, ma altrove all’inaugurazione della mostra dedicata a Giacomo Matteotti.

Saranno poi ascoltati, nei prossimi giorni, chi era presente, a partire dalla catena di comando. Ma si identificheranno anche gli studenti ritenuti responsabili dei disordini. Rischiano, anche loro, una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e anche per la manifestazione "senza autorizzazione". Proprio per questo le famiglie dei feriti facilmente identificabili, si stanno già organizzando con legali che li tuteleranno nell’eventuale procedimento a loro carico. Saranno a quel punto interpellati anche loro.

Al momento il caso è del procuratore facente funzione, Giovanni Porpora, che ieri ha lavorato in silenzio, ma nei prossimi giorni potrebbe essere delegato a un sostituto.

Ma c’è anche chi ritiene che sarebbe meglio che la stessa polizia andasse a fondo per chiarire se vi siano stati errori tecnici e operativi, o addirittura abusi nella gestione dell’ordine pubblico. I sindacati avevano affermato che il questore aveva ammesso "problemi nella gestione della piazza, dato che non erano chiari gli obiettivi del corteo".