“Lasciata in barella per 24 ore”, la figlia scrive al presidente Giani

L’Aoup: “Curata nei tempi, ma la signora ha firmato le dimissioni”. Il Nursind: “Mancano posti letto”

Caos pronto soccorso cisanello

L'ingresso del pronto soccorso di Cisanello (foto Enrico Mattia Del Punta)

Pisa, 12 settembre 2024 – “Mia madre, 78 anni, lasciata per oltre 24 ore su una barella al Pronto soccorso”. La denuncia arriva da Ilaria Catarsi (che ha scritto anche al presidente della Regione Giani), figlia dell’anziana arrivata a Cisanello il 4 settembre dopo una brutta caduta. “Le hanno diagnosticato la frattura del femore - prosegue la donna - ma mia madre ha atteso per ore, non ricevendo neanche la colazione. Temendo che non venisse operata entro le 48 ore previste, il pomeriggio del giorno dopo ho deciso di trasferirla in una clinica privata”. Tuttavia l’anziana sarebbe stata curata nei tempi previsti, stando a quanto si apprende da ambienti sanitari, ma il problema è stato invece non avere trovato un letto disponibile per il ricovero “lasciandola quindi tutta la notte in barella al Pronto soccorso”.

La stessa versione dei fatti viene riferita dall’Aoup che aggiunge: “Riguardo agli aspetti relativi al comfort alberghiero, è noto che in Pronto soccorso non avviene la distribuzione del vitto come nelle degenze, però a tutti i pazienti che restano in attesa più di 12 ore vengono somministrate acqua e bevande calde insieme a biscotti o fette biscottate”. Inoltre, fanno sapere dall’Aoup, “il posto letto si sarebbe liberato intorno alle 19 del 5, ma la paziente ha preferito firmare il foglio di dimissione nel pomeriggio, pur essendo stata informata della tempistica prevista”. Una tesi che sarebbe confermata anche da un report indirizzato alla direzione aziendale che aveva chiesto spiegazioni dopo avere ricevuto le lamentele di Catarsi. Insomma, le cure dal momento del suo accesso ospedaliero sarebbero state eseguite tempestivamente e ripetutamente con controlli notturni e fino al giorno seguente. La stessa relazione, però, evidenzierebbe le difficoltà organizzative relative appunto al mancato ricovero in reparto.

Tesi peraltro condivisa anche dai sindacati degli infermieri: “La mancanza di posti letto - osserva Daniele Carbocci, segretario Nursind - è ormai un dato di fatto. L’ospedale non è attrezzato per far fronte al numero di persone che necessitano di essere ricoverate. Si tratta di un problema che si ripresenta ciclicamente e che diventa ancora più critico durante i mesi estivi o sotto Natale”. Nello specifico, aggiunge il sindacalista, “Ortopedia è tra i reparti che più hanno risentito della riduzione dei posti letto: a questo si aggiunge un’ulteriore preoccupazione, ovvero che la carenza di personale non consenta, dopo l’estate, ad alcuni reparti di tornare a pieno regime”.

S.T.