
Pisa, 16 novembre 2021 – Era il 28 marzo 2003 quando, a soli 53 anni, Francesco Volterrani moriva per un tumore del polmone, causato dall’aver respirato amianto e altri cancerogeni durante il servizio come graduato di truppa, e successivamente sottufficiale, nelle unità navali della Marina Militare italiana dal 1965 al 1997. Per questa ragione, l’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, informa una nota, ha ottenuto la condanna del Ministero della Difesa al risarcimento dei danni destinati ai familiari per il decesso dell’uomo.
L'Osservatorio, ricevuta la richiesta di aiuto dei componenti della famiglia, attualmente residente a Pisa, la moglie Stefania, rimasta vedova a 49 anni e dei due figli, Riccardo e Annalisa, rimasti orfani a soli 26 e 14 anni, ha avviato la procedura con la quale ha ottenuto dal Ministero prima il riconoscimento della causa di servizio e della qualità di vittima del dovere (con la determinazione di un primo indennizzo), e successivamente, si è attivato per la tutela per il risarcimento del danno. Di fronte a questa richiesta, spiega un comunicato, la Marina si è opposta costringendo l’avvocato Bonanni a rivolgersi al Tribunale di Roma che ha riconosciuto il danno subito dai familiari della vittima, e un ulteriore risarcimento.
La sentenza si richiama ad una copiosa documentazione che comprova l'esposizione ad amianto dalla quale emerge che ci fu responsabilità nella causa della patologia e del conseguente decesso dell'uomo senza che fosse informato dei rischi connessi. Nella Ctu del Tribunale i periti, Dario Consonni, epidemiologo e medico del lavoro, Bruno Murer, anatomopatologo, coadiuvati dall'ingegnere Laureni, sottolineano che “vi fu esposizione ad amianto sotto forma di polverosità diffusa… non c'è stato utilizzo di dispositivi di protezione individuale e collettiva (maschere filtri ffp3, aspirazione localizzata, dei prodotti di emissione delle lavorazioni, controllo del microclima. C'è stata assenza di netta separazione tra i siti dove veniva trattato e liberato l'amianto. Non c'è stata disponibilità di tute di protezione, quelle per le esercitazioni di emergenza erano composte da amianto. C'è stata assenza delle visite mediche mirate per il rischio”.
Purtroppo si stima che a tutt’oggi sono più di 3000 i decessi per l’uso dell’amianto da parte della Marina Militare Italiana e già dal
Maurizio Costanzo