Pisa, morire per l’amianto: risarcimento ai familiari

Braccio di ferro di fronte ai giudici tra la Marina e gli eredi di un militare esposto alle fibre e deceduto a 53 anni per un tumore al polmone

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Quando morì, a nemmeno 53 anni, i figli ne avevano 14 e 26. Francesco Volterrani, nato a Pisa, si spense a Peccioli per un tumore al polmone. Era il 28 marzo del 2000. Il militare aveva prestato servizio come graduato di truppa, e successivamente sottufficiale nelle unità navali della Marina militare italiana dal 1965 al 1997. "Soprattutto a La Spezia", ricorda l’avvocato al quale si sono rivolti i parenti che ora otterranno un risarcimento danni dal ministero della Difesa. La loro è stata e è una lunga battaglia. "Perché non è ancora finita", aggiunge l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, che ha tutelato i figli e la moglie in questo percorso.

"L’Osservatorio – spiega il legale – ha prima ottenuto dal ministero il riconoscimento della causa di servizio e della qualità di vittima del dovere (con la determinazione di un primo indennizzo), e, successivamente, si è attivato per la tutela per il risarcimento del danno. Di fronte a questa richiesta la Marina si è opposta". Il legale si è dunque rivolto al Tribunale di Roma "che ha riconosciuto il danno subito dai familiari della vittima, e un ulteriore risarcimento". Per centinaia di migliaia di euro: oltre 127mila euro al figlio e più di 294mila euro alla figlia. "Ma non è finita qui. La causa prosegue di fronte al Tar del Lazio e al Tribunale di Pisa per il danno subito direttamente da Francesco Volterrani, dalla diagnosi alla morte". Per l’Osservatorio - che ha istituito un servizio di assistenza con il numero verde 800 034 294 e uno sportello online https:onanotiziarioamianto.itvittime-del-dovere-tutela-legale - "sono più di 3000 i decessi per l’uso dell’amianto da parte della Marina".

Nella sentenza si citano i risultati della Ctu, consulenza tecnica d’ufficio, fatta per accertare il nesso di causalità tra l’esposizione all’amianto che risulta dalla documentazione in atti e la malattia e la morte. Furono ricostruiti lo sviluppo patogenetico della malattia e lo stato di servizio e di impiego del militare. Le conclusioni. "E’ più probabile che ci sia stato il nesso di causalità tra l’esposizione ad amianto che risulta dalla documentazione in atti e la malattia e il decesso del signor Volterrani, che non ci sia stato". E, sempre l’osservatorio, cita la Ctu del Tribunale (Dario Consonni, epidemiologo e medico del lavoro, Bruno Murer, anatomopatologo, coadiuvati dall’ingegner Laureni): "Non c’è stato utilizzo di dispositivi di protezione individuale e collettiva".

Antonia Casini