Perdita dei capelli, c’è la soluzione. Da Pisa cura rivoluzionaria: "Finalmente trovato un farmaco"

L’incoraggiante ricerca della clinica Dermatologica per combattere l’alopecia areata. Il professor Romanelli: "Fino ad oggi non esistevano terapie validate in grado di bloccare la patologia"

Pisa, 16 luglio 2023 - Perdita dei capelli? La ricerca fa passi avanti da gigante. La clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana ha avviato per prima in Italia la terapia per il principale problema di perdita dei capelli denominato alopecia areata. Da pochi giorni, infatti, il primo paziente in Italia ha iniziato ad assumere per via orale le compresse di un farmaco che si chiama "Baricitinib" e che negli studi clinici ha mostrato eccellenti risultati per questa patologia. Il farmaco è già in commercio da tempo per altre patologie non dermatologiche ed è stato approvato nei primi giorni di luglio per questa nuova indicazione dal ministero della salute.

L’alopecia areata è una patologia devastante per l’individuo, che vede lentamente perdere i capelli e i peli in generale su tutto l’ambito corporeo. Il quadro clinico compromette l’integrità psico-emotiva del paziente che entra in un tunnel di depressione e di altre patologie derivanti dalla perdita del ruolo protettivo che i capelli-peli hanno sul nostro corpo. "Ad oggi – spiega il professor Marco Romanelli, direttore della clinica dermatologica di Aoup – non esistevano terapie farmacologiche validate in grado di bloccare la patologia e ripristinare il fisiologico numero di capelli e peli che tutti noi abbiamo normalmente nelle varie epoche della vita". "Oggi – aggiunge ancora il professor Romanelli – si conoscono nel dettaglio i meccanismi che causano la perdita a volte massiva dei capelli e questa patogenesi è di natura autoimmunitaria con specifiche cellule coinvolte e verso le quali sono stati indirizzati gli obiettivi della ricerca farmacologica".

Nel mondo circa 0.8% della popolazione è affetta da questa malattia e le implicazioni sulla qualità di vita e sulla produttività lavorativa dei pazienti coinvolti sono impressionanti.