
Agenda 2030: obiettivo 11. Viaggio nel cuore di S. Ermete
Secondo l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030, le città dovrebbero essere sicure, sostenibili e inclusive; tutti dovrebbero abitare in una casa dignitosa; le condizioni economiche non dovrebbero essere fattori di discriminazione. Con queste attenzioni abbiamo esplorato il quartiere dove si trova la nostra scuola e abbiamo intervistato alcuni abitanti.
Com’era prima il quartiere?
Giorgio, che ci abita da 76 anni, ci ha raccontato che S. Ermete esiste da tantissimo tempo, ma prima era soltanto un piccolo borgo in mezzo alla campagna. Il quartiere come lo vediamo oggi nasce dopo la seconda guerra mondiale: alle porte della città di Pisa vennero costruiti dei palazzi, utilizzando le macerie delle case bombardate durante la guerra, proprio per accogliere chi non aveva più un tetto. Pian piano iniziarono a comparire i negozi… e la nostra scuola! Che cosa ha di speciale S. Ermete?
Secondo Simone, Andrea e Alessandro, S. Ermete è speciale perché c’è solidarietà, accoglienza e comunità, infatti tutti si prendono cura degli altri e degli ambienti comuni. Nella piazza hanno costruito un “casottino”, dove organizzano le assemblee per discutere i problemi e per cercare soluzioni. In una casa è stato fatto un emporio, dove chi vuole porta e prende gratuitamente vestiti, giochi e libri, per aiutarsi ed evitare sprechi. Nella piazza vengono organizzate tante feste. La più ricordata è la “festa del pane” dove tutti condividono il pane e altro cibo fatto in casa. Da lì è nata l’idea dei murales per colorare le case.
Che cosa avete progettato?
Un “progetto di comunità” per sistemare le case abbandonate e offrirle a chi ancora oggi non ha una casa. Rendere pulito l’ambiente chiedendo i cassonetti, educando alla raccolta differenziata e curando le aree verdi.
Che cosa può essere migliorato? Anche noi bambini abbiamo alcune idee: i marciapiedi dovrebbero essere sistemati e resi accessibili a diversi tipi di mobilità, così da rendere il quartiere più inclusivo e accogliente. Il percorso ciclopedonale sul cavalcavia potrebbe dare più sicurezza e così anche noi potremmo finalmente attivare il nostro “Pedibus” per venire a scuola, riducendo il traffico delle auto e l’inquinamento. Nel parco, dovrebbe essere istallato un defibrillatore, in modo che se una persona dovesse sentirsi male, avrebbe la possibilità di salvarsi. Ci piacerebbe che questi sogni si realizzassero per rendere il quartiere della nostra scuola ancora più bello, inclusivo, sicuro e sostenibile, come ci indica l’Agenda 2030.