ll Premio Nazionale «Demetra» 2024 riservato alle eccellenze e organizzato dall’Associazione Italiana Parchi Culturali a Reggio Calabria quest’anno è andato a Gianfranco Adornato, docente di archeologia classica della Normale.
«Ho scavato come allievo in siti della Magna Grecia - ricorda il docente - e sono stato direttore scientifico della prima ricognizione archeologica del territorio dell’antica Locri, mia città natale. Il premio, nonostante la gran soddisfazione di poter confermare che non sempre ‘nemo propheta in patria’, non è legato alla Calabria o riservato ai calabresi, bensì destinato a coloro che cercano di valorizzare il Mezzogiorno». La missione più cara al professore, infatti, e la motivazione principale del premio: comunicare ai non specialisti le attività di scavo, le mostre e rendere quanto più vicini possibili autori della classicità greca o romana.
Da lunedì è iniziata anche la quinta campagna di scavo ad Agrigento condotta da Adornato e dai suoi allievi e che si concluderà il 4 ottobre: nelle ultime due settimane è stata prevista una summer school del network europeo Eelisa che accorpa umanisti, archeologi, ingegneri e architetti del Politecnico di Madrid e il Politecnico di Istanbul e in collaborazione con la Scuola Sant’Anna. «Si tratta di un modo straordinario - spiega Adornato - per far visitare la Magna Grecia: alcuni studenti giungono in Sicilia per la prima volta grazie agli scavi e con loro arrivano anche le famiglie».
Fra le idee anche un dialogo possibile fra Agrigento e Siracusa, magari mediato dalla tragedia antica e dalla commedia che, oltre alla consueta cornice del teatro siracusano, potrebbero valorizzare gli scavi e consentire una fioritura del rapporto fra le lettere classiche e l’archeologia in due luoghi davvero pieni di storia e di cui gli studenti e il professore conoscono le curiosità più recondite.
Adornato anticipa anche che dal 18 ottobre il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi ospiterà un’altra mostra su Plinio, di cui lui è curatore con Alessandro Tosi, nell’ottica di rendere accessibile l’antichità.
Maria Cristina Capaccioli