"Adesso non abbandonate la parrocchia" La chiesa di Pratale oltre lo scandalo

La prima messa di don Luca dopo le dimissioni del prete accusato di molestie sessuali sui minori: "Vi chiedo di non scoraggiarvi"

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di Gabriele Masiero

Fuori dalla chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa, a Pratale, giocano i bambini. Manca mezz’ora all’inizio della messa delle 18 e capannelli di genitori parlano tra loro, sgomenti, perché il parroco di prima non c’è più, travolto dallo scandalo e rimosso dall’arcivescovo dopo le ammissioni per quelle molestie. "Un atto di debolezza" le avrebbe definite lui, un atto compiuto più di vent’anni fa che cancella, con un colpo di spugna, quanto ha fatto in decenni di vita ecclesiale, un impegno per cui era apprezzato da tutti. Gli occhi sui figli non si staccano mai, ma non c’è nessuna preoccupazione in quegli sguardi rivolti ai bambini che giocano sereni. C’è tristezza e dolore, piuttosto. Lo stesso che si intravede negli occhi dei giovani catechisti con il groppo in gola che hanno appena concluso la riunione, programmata da tempo, e che ieri è stata condotta dal nuovo parroco polacco appena arrivato da Barga, don Lukasz Kostrzewa. Che qui da ieri è don Luca per tutti.

Inizia la celebrazione e il parroco, prova a stemperare la tensione palpabile con una battuta: "Come va? Vedo grande partecipazione. Buonasera sono don Luca". E partono i canti, non è un dettaglio in questa chiesa dove l’invocazione a Dio è quasi tutta in musica. Il messaggio, che la comunità dei fedeli aspetta, arriva al termine dell’omelia: "Carissimi – dice il sacerdote – non ci scoraggiamo, andiamo avanti. Vi chiedo di non scoraggiarvi, di non abbandonare la chiesa e di non abbandonare me e questa parrocchia. Non voglio esprimere giudizi, ma voglio dire grazie ai giornalisti che sono stati molto rispettosi nel trattare questa vicenda". A fine messa, il parroco si presenta compiutamente ai suoi parrocchiani: "Sono don Luca, ho 40 anni e sono in Italia da 7 anni, 6 trascorsi a Roma all’università Gregoriana e da un anno sono in questa diocesi. Vi chiedo pazienza per il mio italiano e di darmi sempre del tu, perché siamo chiesa e siamo tutti insieme, cerchiamo di andare avanti senza scoraggiarci".

La tensione si scioglie in un lungo applauso e dopo il canto finale, don Luca saluta i presenti esclamando: "Siete meravigliosi". Poche parole anche al cronista che lo incontrano in sacrestia: "Sono arrivato l’altro ieri, dopo che il vescovo mi ha infornato in settimana. Non so nulla di questa vicenda e il mio predecessore l’ho incontrato solo poche volte. La ringrazio per il suo lavoro, io cercherò di fare il mio altrettanto bene e con lo stesso rispetto che voi avete dimostrato di avere, ma davvero non ho altro da dire. L’ho detto anche ai genitori nell’incontro di catechesi: ho chiesto e ho trovato fiducia".

La vicenda delle molestie sessuali su due bambini, avvenuti oltre 20 anni fa alla parrocchia di Santo Stefano, ha sconvolto la Chiesa pisana, che ha però avuto la forza di reagire subito. Prima con le parole dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto che ha espresso "dolore e vergogna" e chiesto "perdono per quanto accaduto" e poi con i due sacerdoti che reggono attualmente la parrocchia di Porta a Lucca: "Preghiamo per tutti coloro che sono stati vittima di abusi – scrivono nel foglio “Incontri” don Carlo e don Federico – per coloro che soffrono per lo scandalo che oscura il volto della Chiesa. Domandiamo al Signore che in tutti noi si rinnovi un autentico cammino di conversione".