"L’abbattimento non è la soluzione contro i lupi e anzi può fare più danni che altro". Dopo l’attacco al corridore di Vicopisano, è iniziata una metaforica ‘caccia al lupo’, tra chi si divide sulla pericolosità dell’animale e la necessità di eliminarlo e chi, invece, opta per un approccio più pacifico. L’intervento dello zoologo Marco Del Frate, ricercatore ed esperto che da anni studia la fauna della Tenuta di San Rossore, cerca di placare le polemiche ed evitare che si faccia, proverbialmente, ‘Al lupo! Al lupo!’.
C’è troppo allarmismo sul tema?
"Sì, noto una frenesia ingiustificata sul tema, quando in realtà servirebbe più informazione sui lupi e più monitoraggio".
Dubita siano stati i lupi i responsabili dell’attacco a Vicopisano?
"Evito di pronunciarmi prima che le indagini della forestale diano i loro esiti. Certo, se fossero stati dei lupi, sarebbe uno dei primi attacchi in Toscana a un essere umano: una circostanza che può succedere visto che parliamo di animali selvatici, ma poco probabile".
Quindi la colpa è degli ibridi?
"Bisogna fare una precisazione: si abusa troppo del termine ‘ibrido’, la ricerca ha dimostrato che gli incroci cane-lupo hanno lo stesso carattere dei lupi. Dunque non sono a prescindere più aggressivi come spesso si dice, dipende tutto dal contesto".
Il problema di sicurezza sociale non c’è?
"No, anzi il lupo per certe aziende viticole toscane è un beneficio enorme, visto che mangia i cinghiali che distruggono le viti. Penso ci sia un problema per le pecore in Valdicecina, che vengono decimate, ma che non si risolve con l’abbattimento".
Perché?
"I lupi vivono in branchi formati mediamente da 6-7 esemplari: due sono i genitori e il resto sono due cucciolate. L’abbattimento indiscriminato e senza logica spesso porta all’eliminazione degli individui più esperti, i genitori, e ciò implica un problema di sbandamento dei cuccioli. Questi infatti, senza una guida, rischiano di andare allo sbaraglio e attaccare in modo illogico prede che non sono adatte a loro".
La toppa sarebbe peggio del buco, quindi.
"Esatto. Serve investire sicuramente nella dissuasione di questi animali tramite appositi dispositivi, già testati più volte e che abbiamo visto essere molto efficaci, ed eventualmente nella rimozione di singoli esemplari, ma con un criterio ben preciso: se si tratta di lupi problematici ed eventualmente dopo apposito monitoraggio. Poi anche la ricerca può fare la sua parte".
Come?
"Se oltre ai dissuasori ci si rivolge a degli esperti che studiano il comportamento dei lupi, questi saranno in grado di fornirci delle strategie per affrontare il problema sia dal punto di vista dell’azione ma sia, soprattutto, della prevenzione. Va però detto che deve esserci una volontà da parte delle istituzioni per mitigare il problema. Le possibilità ci sono, basta volerlo".