Un raggiro milionario. Vittime due ricchi anziani. Chieste pene fino a 6 anni

Madre, padre e due figli si sarebbero fatti consegnare case, soldi e società. La pm Contesini: "Hanno sfruttato le loro fragilità, per spogliarli di ogni bene".

Un raggiro milionario. Vittime due ricchi anziani. Chieste pene fino a 6 anni

Un raggiro milionario. Vittime due ricchi anziani. Chieste pene fino a 6 anni

Si sarebbero insinuati nelle loro vite, sfruttando e manipolando le loro paure più recondite: il dolore per la perdita dei genitori, in un caso, e il timore della morte nell’altro. Un sottile gioco psicologico nel quale le vittime sarebbero scivolate e lentamente avrebbero ceduto, giorno dopo giorno, la loro libertà, di fatto concedendo ad un’intera famiglia di gestire la propria vita e soprattutto tutti loro beni: soldi, case, quote societarie per milioni di euro. Sono due copioni quasi identici, quelli che sono stati ricostruiti nell’aula del tribunale di San Mercuriale, nell’ambito del processo che vede imputata un’intera famiglia, padre, madre e due figli, di Ponte Buggianese, accusati di aver raggirato due anziani facoltosi, una ereditiera di Pisa e un grosso industriale di Santa Croce sull’Arno, riuscendo nel tempo a sottrarre loro beni per un totale di 10 milioni di euro. L’indagine, partita nel 2020, è stata condotta dalla polizia giudiziaria della Procura, sotto la direzione del sostituto procuratore Chiara Contesini. Imputati con l’accusa di circonvenzione d’incapace e (per uno di loro) di ricettazione, sono Luana Palatresi, 57 anni, Donato Maddalena, 61 anni, e i loro due figli Alessio e Jonathan, difesi dagli avvocati Eriberto Rosso, Sabrina Viviani e Giuditta Poggi di Firenze, mentre le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Francesca Benedetti e Francesca Vierucci di Pisa.

Ieri mattina, davanti al giudice Raffaella Amoresano, il sostituto procuratore Chiara Contesini, ha formulato le sue richieste, al termine di una requisitoria che ha ripercorso tutte le fasi del processo. Il pm ha chiesto una condanna a sei anni per Luana Palatresi, e per suo figlio Alessio Maddalena, oltre a una multa di quattromila euro, ritenendo madre e figlio coloro che più di tutti avrebbero gestito il raggiro milionario. Chiesti poi cinque anni di reclusione e duemila euro di multa per Jonathan Maddalena, e tre anni per il padre Donato, oltre alla multa di tremila euro, con l’esclusione per tutti delle attenuanti generiche, dal momento che non c’è mai stata un’offerta di risarcimento. Gli avvocati di parte civile dell’anziano imprenditore hanno chiesto la pena di giustizia e un risarcimento pari a un milione di euro, 500mila di provvisionale, mentre l’avvocato Antonino Cariello, sostituito dall’avvocato Turco, ha espresso la rinuncia al risarcimento.

"Mai come in questo processo – ha spiegato ieri in aula la pm Chiara Contesini – il dibattimento è stato importante per ricostruire ogni tassello di questa vicenda, in cui la vulnerabilità delle due vittime è stata abilmente sfruttata e si è tradotta nella circonvenzione d’incapace". In un caso, sarebbe stata la perdita, avvenuta venti anni fa, dei genitori, a gettare l’anziana ereditiera di Pisa nello sconforto. La Palatresi l’avrebbe convinta di essere in contatto con i defunti – ha ricostruito in aula la pm - e le recapitava messaggi da parte dei genitori, di fatto per manipolarla. Stesso copione, per l’altra vittima: l’uomo sarebbe stato convinto di essere solo e minacciato da tutti. "Nel tempo, lo avrebbero allontanato dalla moglie, accusata di tradirlo, e dai soci e collaboratori, instillando in lui la paura che qualcuno lo volesse uccidere".

"In entrambi i casi, lo strumento usato per carpire la fiducia delle vittime sarebbe stata una vantata abilità, quella di pranoterapeuta della Palatresi. Una abilità che la donna avrebbe usato anche a distanza, tramite telefono, ancorché la pratica si eserciti con la trasmissione del calore attraverso le mani". Con questa ’dote’ avrebbe convinto la donna di poter parlare con i genitori defunti e l’uomo di poter curare i suoi mali, ma di fatto avrebbe gettato entrambi in uno stato di sconforto e ulteriore debolezza. Più volte, l’uomo avrebbe inviato alla Palatresi messaggi in cui annunciava di stare male al punto di essere vicino alla morte. Una depressione la sua che lo avrebbe gradualmente portato al deperimento anche fisico.

Martina Vacca