REDAZIONE MONTECATINI

Terme, "Sul Tettuccio ennesima giravolta di Giani"

Capecchi e La Pietra (Fdi) attaccano il governatore: "Il parere della Corte dei Conti contro la vendita risale già a qualche tempo fa"

Eugenio Giani con il sindaco Luca Baroncini

Montecatini Terme, 22 dicembre 2021 - Per quale motivo la Corte dei Conti della Toscana non autorizza l’acquisto delle Terme Tettuccio alla Regione, ma a suo tempo non ha avuto da ridire su quello della pineta avvenuto nel 2011 e della Palazzina Regia nel 2018 da parte del Comune? Dopo le dichiarazioni rilasciate lunedì dal governatore Eugenio Giani, con l’annuncio che l’intervento da 12 milioni di euro per rilevare lo storico stabilimento è stato bloccato dalla magistratura contabile, la città si interroga sulla vicenda. Regione e Comune sono entrambi soci dell’azienda. Esistono forse regole differenti per ciascuno di loro? 

Intanto il consigliere regionale Alessandro Capecchi e il senatore Patrizio La Pietra rivelano un particolare: il diniego della Corte dei Conti alla Regione risale a qualche tempo fa. "Sull’acquisto del Tettuccio – sottolineano – si è consumata l’ennesima giravolta del governatore. Nel maggio del 2020, da candidato alla presidenza della Regione, Giani annunciò che con l’acquisto del Tettuccio la società delle Terme sarebbe stata risanata. In realtà non sapeva di cosa stesse parlando o mentiva sapendo di mentire, visto che dopo un anno e mezzo i tecnici della Regione e la Corte dei Conti hanno stoppato questa operazione". 

Capecchi, presidente della Commissione regionale di controllo, fornisce ulteriori approfondimenti. "Da un nostro accesso agli atti – spiega - è emerso che il parere della magistratura contabile non è di questi giorni, ma è una posizione risalente nel tempo. Sarebbe impossibile da parte della Regione l’operazione di acquisto del Tettuccio perché si violerebbero le norme relative al divieto, da parte di soci delle società pubbliche in perdita, di finanziare le stesse in violazione della legge Madia. Da informazioni raccolte negli uffici dell’assessorato alle società partecipate, si è scoperto che l’operazione potrebbe essere realizzata solo nell’ambito di un’eventuale procedura concorsuale.

Nel Documento economico-finanziario rimane il termine del 31 dicembre, prima dell’avvio della messa in liquidazione e ci aspettiamo che la Giunta, anche in sede di discussione del bilancio, faccia una proposta perché, nelle attuali condizioni di dissesto finanziario, se ci avviassimo alla liquidazione senza una strategia precisa potrebbe rappresentare l’anticamera del fallimento. Verrebbe smascherata la scelta della Regione di abbandonare Montecatini e la Valdinievole al loro destino, mentre invece dobbiamo interrogarci fino in fondo sulle alternative alla liquidazione nuda e cruda". 

Capecchi e La Pietra ribadiscono che questo "non vuol dire escludere eventualmente procedure concorsuali, ma significa affrontarle con le idee chiare salvando il salvabile e mettendo sul mercato ciò che non viene ritenuto strategico. Non prescindendo ovviamente dall’intervento della Regione, che non si può sottrarre alle proprie evidenti responsabilità". 

Daniele Bernardini