
Regione e Comune hanno atteso fino a ieri sera il verbale della società Terme, che sancisce la chiusura della procedura di cessione delle quote azionarie a un privato. Il risultato non è ancora stato reso noto. Oggi o domani dovrebbe essere la proprietà dell’azienda a spiegare come è andata la gara, se non le stesse Terme.
L’assegno circolare da 100mila euro richiesto come cauzione a Intax, unico partecipante alla gara, è stato inviato o no? Secondo il bando di gara, doveva essere allegato alla documentazione inviata alle Terme. La procedura non prevedeva proroghe in merito alla consegna del titolo, altrimenti ne sarebbe stata data notizia preventiva. La città attende anche di conoscere la valutazione espressa sul piano industriale presentato dal gruppo guidato dal pistoiese Stefano Fabbri.
Il "mistero" dell’assegno circolare ha contribuito a creare un clima di pessimismo in città sull’esito di questo bando. La procedura era aperta e i documenti dovevano essere valutati: è questa la motivazione ribadita dall’amministratore Alessandro Michelotti e dal sindaco Luca Baroncini in merito ai mancati chiarimenti. Ma oggi Montecatini aspetta una risposta definitiva: la procedura è andata a buon fine oppure no? Se la conclusione non è stata positiva, quali motivazioni hanno mandato a monte tutto? Il tempo a disposizione per salvare le Terme non è infinito: il Documento di programmazione economico-finanziaria della Regione, dopo vari rinvii, ha previsto l’avvio della procedura di messa in liquidazione dopo il 31 dicembre. Nel caso in cui la procedura di privatizzazione fosse andata a monte, servirebbe il tanto richiesto piano B, con la speranza che davvero esista.
Daniele Bernardini