Terme, bilanci non più certificati dal 2015. "Dubbi sulla continuità aziendale. L’amministratore non rassicurò"

La gravissima crisi della società di viale Verdi nell’analisi contenuta nella relazione al concordato preventivo. I revisori: "Troppe incertezze sugli eventi ritenuti positivi e possibili problemi all’orizzonte"

Terme di Montecatini

Terme di Montecatini

Montecatini Terme, 11 aprile 2023 – “Da quello del 2015 compreso in poi, tutti i bilanci delle Terme non verranno più certificati dai revisori". Il commissario giudiziale della società, il commercialista empolese Alessandro Torcini, prosegue con estrema chiarezza la relazione relativa al concordato preventivo che, dal 25 maggio al 5 giugno, dovrà essere votato dai creditori. Il professionista riporta le motivazioni espresse a suo tempo dai sindaci revisori.

“Con riferimento alle immobilizzazioni materiali di proprietà e della controllata Gestioni Complementari – scrissero al tempo – si segnala che non risulta disponibile, alla data del bilancio, una valutazione aggiornata del valore recuperabile come invece previsto dai principi contabili di riferimento. L’effetto eventuale di tale deviazione dai principi contabili di riferimento non è da noi quantificabile. Inoltre, i debiti scaduti verso le banche non risultano classificati entro l’esercizio per 12 milioni di euro, come invece previsto dai principi contabili di riferimento. L’amministratore unico indica di aver redatto il bilancio dell’esercizio al 31 dicembre 2015 nel presupposto della continuità aziendale e segnala alcuni eventi, dipendenti da fattori esterni, che non sono sotto il controllo dell’organo amministrativo. Il negativo evolversi di tali eventi potrebbe indurre taluni incertezze sulla continuità aziendale. L’amministratore unico ritiene ragionevole la possibilità di riuscire a raggiungere un nuovo accordo con le banche volto a implementare il piano industriale e dismettere gli immobili a un valore non inferiore a quello contabile".

 

Il responsabile della società elenca quindi gli eventi che inducono elementi di incertezza sul realizzarsi della continuità aziendale: la realizzazione del piano industriale, che sarà completato appena saranno definite le possibilità di accesso alle risorse finanziarie necessarie, la possibilità che gli istituti di credito chiedano il rientro dei debiti scaduti con escussioni delle garanzie, l’eventuale concessione da parte del sistema creditizio o da parte della compagine sociale delle risorse finanziarie necessarie al finanziamento dell’attività corrente, il buon esito delle attività di dismissione delle immobilizzazioni, a un valore non inferiore a quello contabile, e l’ottenimento di interventi finanziari finalizzati a superare il gap temporale necessario a effettuare la dismissione d gli immobili non strategici, per raggiungere l’equilibrio tra gli investimenti e le fonti di finanziamento. 

"Quanto descritto – commentano i revisori – evidenzia che il presupposto della continuità aziendale è soggetto a molteplici e significative incertezze con potenziali interazioni e possibili effetti cumulati sul bilancio". Torcini ribadisce che "traspare una situazione fortemente critica, tale da ingenerare dubbi sulla continuità aziendale. Dubbi che, nonostante le rassicurazioni dell’amministratore, non convincono i revisori che, anche per tale motivo, non certificano, e non certificheranno mai più il bilancio. Questo è un fatto di grande rilievo: dal 2015 in poi viene meno l’affidabilità dei dati di bilancio garantiti dalla società di revisione".