Le nostre fontane "dimenticate". Patrimonio artistico da riscoprire

Continua il viaggio alla scoperta delle opere che testimoniano il rapporto della località termale con l’acqua . Realizzate da autori di fama nazionale, oggi hanno bisogno di manutenzione per tornare a splendere.

Le nostre fontane "dimenticate". Patrimonio artistico da riscoprire

Le nostre fontane "dimenticate". Patrimonio artistico da riscoprire

Seconda e ultima puntata del nostro viaggio alla ricerca delle più note fontane di Montecatini. Un percorso al quale avevamo lavorato già da qualche tempo, proprio riflettendo sul valore artistico e culturale di monumenti che, di per sé, sono legati alla storia dei Bagni di Montecatini e necessitano attenzione, cura e interventi di recupero. Oggi parliamo delle figlie di un dio minore: abbandonate a se stesse, dimenticate, addirittura scomparse.

Fontana delle Naiadi. Merita una vetrina particolare. Si trova nel giardino dello Stabilimento Tamerici, dove è stata collocata negli anni Trenta, realizzata su un progetto di Mario Rutelli (1859-1941), bisnonno di Francesco. Si tratta di una miniatura di quella di piazza Esedra a Roma.

Fontana fantasma. Addentrandoci nella zona sud, ci imbattiamo in una misteriosa storia che riguarda un’altra fontana, da tempo scomparsa. Parliamo del giardino di via Cividale. Qui, un tempo, c’era una vasca con una bellissima rana di bronzo che zampillava, un po’ sul genere di quella più nota della rana e dell’airone. Non sappiamo dove si trovi adesso. Il simbolo della rana, del resto, era molto caro ai montecatinesi.

La rana e l’airone. La suggestiva opera di Raffaello Romanelli (1925), "posta davanti allo Stabilimento Regina – si legge sul sito del Comune – testimonia la storia di Montecatini Terme e delle sue acque salutari. Si rappresenta, attraverso l’allegoria dell’airone e della rana, l’evoluzione del territorio della Valdinievole, prima paludoso e insalubre, poi trasformato grazie all’opera di bonifica attuata dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena".

Duetto d’acqua. "Nel piazzale antistante lo Stabilimento Tettuccio – racconta il sito – si incontra ’Duetto d’Acqua’, la fontana opera dell’artista giapponese Susumu Shingu, notissimo in Estremo Oriente e molto apprezzato anche in Europa dove ha collaborato con Renzo Piano. La fontana fu commissionata dall’amministrazione comunale nel 1997 e collocata nel 1998 nella grande aiuola centrale della piazza Domenico Giusti". L’opera è nata come scultura musicale ma per anni non ha funzionato. Nel giugno 2023 era stata rimessa in moto.

Fontana dei coccodrilli. "Collocata nello stabilimento del Tettuccio – si legge ancora – è dedicata all’omonima acqua e alla sua sorgente. Per lei il fiorentino Sirio Tofanari (1886-1969) usa il bronzo rappresentando meticolosamente due coccodrilli che sorreggono, quasi scivolandone fuori, una scura conchiglia in granito del Labrador, dalla quale sgorga l’acqua Tettuccio riversandosi in un festoso girotondo di cavallucci marini". Di recente, è stata restaurata dagli Angeli del Bello.

Scultura d’acqua. La più recente delle fontane di Montecatini, denominata ’Scultura D’Acqua’ è opera del belga Pol Bury, che già negli anni Settanta aveva esposto al Guggenheim di New York. La fontana è stata inaugurata nel 2004 alla presenza dell’artista, che morì poi l’anno successivo. Dono della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, situata nel Parco Comunale nelle adiacenze dell’ex Stabilimento Torretta. Un po’ come il Duetto d’acqua, l’opera (non più in funzione) resta avulsa dal contesto e la presenza risulta poco armonica rispetto all’ambiente e allo stile circostante.

Fontanella di via Marruota. Situata dietro ad una vecchia fontanella di tipo tradizionale, ad oggi abbandonata a se stessa.

Fontana di corso Roma. Il sito del Comune non ne fa cenno, del resto quasi nessuno ne conosce l’esistenza. Fu progettata dall’ingegner Luigi Righetti in seguito alla volontà, espressa dal consiglio comunale nel 1912, di costruire 4 fontane a servizio della popolazione del capoluogo in vari luoghi. Ad oggi non si hanno notizie delle altre tre ma di certo questa andrebbe restaurata e valorizzata. L’Associazione Leopoldo in Toscana, molti anni fa presentò un progetto di restauro (caduto nel vuoto) firmato dall’architetto Marta Gentili. Altra fontanella dimenticata si trova in pineta, utilizzata a soli scopi potabili.

Giovanna La Porta

(2-Fine)