La chiusura ai mezzi pesanti: "Ci spaventa in via delle Cartiere"

Confindustria Toscana Nord: "Durante l’interruzione sarà perso almeno 1 milione di euro al giorno"

La chiusura ai mezzi pesanti: "Ci spaventa in via delle Cartiere"
La chiusura ai mezzi pesanti: "Ci spaventa in via delle Cartiere"

Dopo il disappunto espresso dal presidente Daniele Matteini, Confindustria Toscana Nord torna a parlare della chiusura della viabilità ai mezzi pesanti di via delle Cartiere, in vista dell’avvio degli interventi di messa in sicurezza e di realizzazione degli attraversamenti pedonali a Collodi. "Il nostro appello di pochi giorni fa, con cui dicevamo che era impensabile un blocco totale della viabilità per gran parte della giornata e per un periodo non breve (si parla di 180 giorni) è stato totalmente disatteso - afferma - pur a fronte di nostre indicazioni alternative e pur essendo noto da sempre che non esiste uno sbocco diverso per le cartiere di Villa Basilica. Non si parla di numeri minimali: sulla via delle Cartiere, infatti, transitano, giornalmente, tra i 250 e i 300 bilici, le aziende interessate occupano oltre un migliaio di risorse tra dipendenti e fornitori-clienti, a cui va aggiunto il cosiddetto indotto trasversale". L’associazione di categoria teme grandi perdite in termini di fatturato. "La media del fatturato giornaliero perso durante l’interruzione sarà di almeno 1 milione di euro - spiega - danno che le imprese non sono in condizione di assorbire. Per questo non comprendiamo l’atteggiamento di totale chiusura alle istanze della maggiore industria del luogo, che si era detta disponibile, fra l’altro, a sostenere il maggior onere per la organizzazione di una viabilità alternativa che consentisse il passaggio continuativo dei mezzi pesanti o per spostare gli interventi in orari meno impattanti sull’operatività delle stesse aziende. Ci spaventa il fatto in sé; ma ci spaventa anche l’insensibilità di questa nuova amministrazione al tema, considerando che fra poco tempo sarà chiamata a gestire un ulteriore importante intervento, quello del Ponte all’Abate. La vera, unica risposta alla viabilità in quella parte di territorio sarà la ricerca, stavolta definitiva, di una variante seria che dirottando il traffico pesante fuori dal centro abitato consenta la pacifica coesistenza fra cartiere, visitatori del Parco e cittadini. Questa via- conclude -aprirebbe nuove prospettive di crescita e sviluppo, ma purtroppo oggi non la vediamo".

e.c.