
Il saluto di Ramon: "Brindate a me". Messaggi e bollicine al funerale: "È stato un maestro di accoglienza"
"Ciao, è stato bello". Giampaolo Becchi, al secolo Ramon, ha salutato con un messaggio scritto di proprio pugno, uno a uno, tutti gli amici e i familiari presentii ieri al funerale celebrato da don Gianluca Diolaiuti nella chiesa di Sant’Antonio. Tommaso Natalini, figlio del suo grande amico Nerio scomparso nel 2013, dopo la Santa Messa, sul sagrato, ha distribuito braccialetti colorati legati a dei ciondoli a forma di cuore. Sul nastro bianco di ciascuno, Ramon aveva riportato la frase con cui ha strappato a tutti un sorriso. Come dire: non piangete, per me questa vita è stata meravigliosa. Poco più in là, Roberto Pasquini, collega e amico di una vita, sbocciava e distribuiva bollicine accompagnate da pasticcini. Per brindare, come Ramon aveva chiesto alle persone più vicine. "Quando me ne andrò, bevete alla mia salute". Un uomo unico e speciale, un grande lavoratore, nato per il servizio e l’accoglienza, quella vera, che aveva fatto di Montecatini una città chantant. Don Gianluca ha ricordato come Ramon abbia dedicato tutta la propria vita a rendere le persone felici, mettendole a tavole e facendole divertire e sognare: "Preghiamo perché possa sedersi alla tavola eterna di Dio".
Giampaolo lascia la moglie Grazia, i figli Giorgio e Manuel (che ha raccolto la sua eredità alla Taverna del Vin Vino di Borgo a Buggiano), i nipoti Vanessa, Gabriel (calciatore talentuoso), Emanuela, il bisnipote Andrea, le nuore Angela e Stefania, il cognato Aldo, i fratelli Piero e Piera. L’amica Carla Silvestri lo ha ricordato come "unico e speciale"". Il sindaco Luca Baroncini, con la fascia tricolore, accompagnato dal gonfalone, ha raccontato: "Quando ero piccolo, mi offriva sempre la crepes suzette al ristorante dell’Ippodromo. Mio padre lavorava là come operaio. Lui aveva il cuore grande. A Montecatini ha lanciato un concetto diverso di locali, tuttora resta la sua impronta. Una volta, alla cascina Igea, delle amiche fecero uno scherzo a mia madre e morsero il budino che aveva ordinato. Lei si risentì con Ramon, che trasformò tutto in un momento di accoglienza unico e raro". Il dottor Alessandro Troiano, marito di un’altra nipote, Sandra, lo ha seguito come medico e amico: "Ha affrontato la malattia con una forza incredibile. Aveva sempre una grande energia. Una volta mi raccontò che, quando gestiva la Cascina Igea, la sua amica Sora Lella lo chiamò senza preavviso dalla stazione. Non c’erano taxi e voleva che Ramon andasse a prenderla. Lui andò con una vespa, perché non aveva la macchina. Li voglio pensare adesso insieme, in vespa, su in cielo"".
Giovanna La Porta