Estorsione e corruzione. Ippodromo di Palermo. La gestione nella bufera

Il gip punta il dito contro Massimo Pinzauti, procuratore generale della Sipet la società che tre anni fa aveva vinto la gara. Intimidazioni verso due creditori.

Estorsione e corruzione. Ippodromo di Palermo. La gestione nella bufera

Estorsione e corruzione. Ippodromo di Palermo. La gestione nella bufera

"Io sono il masaniello oppure Giovanna D’Arco, quindi lo Stato è contro il popolo e io con il popolo". Così Gregorio Marchese, figlio di uno dei più spietati killer di Cosa nostra, Filippo Marchese, parlava non sapendo di essere intercettato. Marchese è finito ai domiciliari nell’inchiesta sull’ex consigliere comunale di Fdi Mimmo Russo con le accuse di estorsione e corruzione. Parlando dell’interessamento suo e di Russo all’ippodromo, che era per loro una sorta di stipendificio, Marchese diceva: "noi lo facciamo solo per filantropia, per amore verso la città". E sulla gestione dell’ippodromo il gip del tribunale di Palermo punta il dito anche contro Massimo Pinzauti, di Monsummano, procuratore generale della Sipet (Società ippica passione e territorio che ha sede in Valdinievole), la società che nel 2021 aveva vinto la gara per la gestione della struttura e che avrebbe consentito che Marchese fosse il suo braccio operativo a Palermo. Il dirigente, secondo gli inquirenti, non si sarebbe fatto scrupolo di usare le intimidazioni mafiose di Marchese per far rinunciare due professionisti a riscuotere i loro crediti verso la Sipet. Una notizia, questa, battuta dalle agenzie e poi diffusa nella giornata di ieri. "La particolarità del metodo usato da Russo – si legge ancora – consiste nel fatto che i posti di lavoro venivano promessi in particolare a soggetti di interesse della criminalità organizzata, che così veniva ulteriormente coinvolta nella realizzazione del progetto".

E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Palermo, Walter Turturici, che ha disposto il carcere per l’ex consigliere comunale di Palermo di FdI, Mimmo Russo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico mafioso, concorso in estorsione aggravata, concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Il gip ha inoltre disposto gli arresti domiciliari per Gregorio Marchese e Achille Andò.

In particolare – oltre al progetto del centro commerciale da realizzare a Roccella da parte delle società Building Plot srl e Building Plot II srl – "Russo ingeriva costantemente con la Sipet srl che – si legge nella misura – aveva aveva preso in gestione l’ippodromo di Palermo". Inoltre – sempre secondo l’accusa accolta dal gip – "nel corso della campagna elettorale del 2022 Russo è stato costantemente aiutato nel procacciamento di voti da Gregorio Marchese, figlio di Filippo Marchese detto il ‘milinciana’ (‘melanzana’), uno dei killer piu’ spietati della guerra di mafia della famiglia mafiosa di corso dei Mille a Palermo. Marchese si è comportato – prosegue il gip – come costola di Russo attivandosi per promettere assunzioni sia presso l’ippodromo che presso il futuro centro commerciale, in cambio di voti".