MARTINA NERLI
Cronaca

Emozioni Gp, il proprietario Bondi: "Siamo quelli che soffrono di più"

Quello che sulla carta può sembrare un semplice elenco di nomi in realtà nasconde tanto lavoro, una passione smisurata per...

Stefano Bondi

Stefano Bondi

Quello che sulla carta può sembrare un semplice elenco di nomi in realtà nasconde tanto lavoro, una passione smisurata per questo sport e sogni che volano alto. Stiamo parlando dei partenti al 72 Gran Premio Nello Bellei. La presentazione di una corsa finisce sempre con l’analisi tecnica tra favoriti e outsider ma questa volta vogliamo provare ad andare oltre raccontando una storia. Il protagonista è Stefano Bondi e sabato sarà spiritualmente in pista insieme al suo pupillo Frankie LJ.

Stefano è innamorato dei cavalli praticamente da sempre, merito o colpa del padre proprietario alla fine degli anni ‘60 di Aghir, un onesto routiner affidato alle estrose mani di Manlio Capanna. L’ippica viaggiava a gonfie vele e gli ippodromi erano un vero e proprio salotto a cielo aperto, come spesso accade è una strada senza ritorno e così in famiglia ben presto arrivò anche il secondo cavallo, Torpedine. Nel 1983 l’ippica aveva già iniziato un lento declino ma faceva ancora ben sperare e così Stefano, allora inesperto ma ambizioso, a un asta a Bologna comprò Elettrodo. Fu un modo per riavvolgere il nastro e ritrovare la passione persa negli anni dal padre. Si è perso il conto dei cavalli che da allora hanno vestito la prestigiosa giubba fuxia, attualmente la scuderia è composta da 35 soggetti tra puledri e cavalli anziani.

"Frankie non è mai andato così forte, il numero lascia qualche perplessità ma credo possa salire facilmente sul podio – dice Bondi –. All’interno c’è un grande partitore come Fortunadrago Font che probabilmente correrà in testa, noi dobbiamo cercare di trovare una posizione comoda per giocarsela ai 400 metri finali".

Come vive un gran premio il proprietario? "Nessuno lo dice ma è quello che soffre di più. I guidatori negli anni si abituano all’adrenalina della corsa ma per un proprietario è diverso. Sei allo steccato con il cuore a mille e speri sempre di assistere alla corsa più bella della vita".

Abbiamo raccontato brevemente la sua storia che parte da lontano, ma cosa la spinge a restare ancorato ad uno sport che in molti danno per finito? "È un altra di quelle cose che non si può spiegare, c’è un coinvolgimento emotivo che va oltre i conti – conclude Bondi –. Il legame che si crea con ogni cavallo che porti a casa è unico poi c’è la scommessa con te stesso quando tra mille scegli un puledro, ci sono corse che nei giorni precedenti costruisci, esamini e sogni".

M. N.