Argentero si racconta: "Così intendo la vita"

Luca Argentero porta al Teatro Verdi di Montecatini Terme lo spettacolo "È questa la vita che sognavo da bambino?" raccontando le vite di sportivi italiani. L'attore svela il suo rapporto con il teatro e riflette sul suo percorso artistico.

Argentero si racconta: "Così intendo la vita"

Argentero si racconta: "Così intendo la vita"

Sempre più bravo, sempre più desiderato, specie dal gentil sesso: Luca Argentero arriva al Teatro Verdi di Montecatini Terme con ’È questa la vita che sognavo da bambino?’, stasera dalle 21. L’attore si racconta attraverso le vite di coraggio e determinazione di tre popolari sportivi italiani: Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba.

Che spettacolo proporrà al pubblico termale?

"Il racconto di tre vite straordinarie, un escamotage per evitare di parlare direttamente di me, che sarebbe poco elegante. Tre personaggi che mi hanno ispirato contagiato suggestionato, un modo per far scoprire qualcosa in più di come intendo la vita".

Se volessimo classificarlo, il teatro che amore è?

"Rispondo con quello che mi disse Michele Placido una decina di anni fa. ‘Fai quello che caz... ti pare, ma una volta l’anno il teatro lo devi fare’. È una parte importantissima della mia formazione. Questo è uno spettacolo particolare: un monologo, non è il teatro classico".

L’attore ha bisogno del contatto con la gente?

"Il teatro è una forma di espressione che ha regole e tecniche particolari, che contribuiscono alla completezza di un attore".

Per qualcuno ha il peccato originale: la partecipazione al Grande Fratello. Non è stato l’inizio di una splendida recita?

"Non so rispondere, sono passati ventun anni. Parte del pubblico che mi segue non era neppure nato".

È stata una recita anche quella, vero?

"Non me lo ricordo più (e ride, ndr)".

Qual è il suo sogno?

"Banalmente, che continui ad andare come va: una famiglia meravigliosa, due bimbi piccoli…".

Prendere parte a un film candidato all’Oscar?

"Chi se ne frega! I premi sono incidentali. Non è quella la ragione per cui fai un film. Cerco di aderire a storie che mi piacciono. Mi è capitato di interpretare film per me stupendi, che in realtà non ha visto nessuno".

La cosa più bella fatta, quella rimasta nel cuore?

"Che bella domanda. A proposito di piccoli film non visti, citerei ‘Copperman’ cui sono molto affezionato, perché sono convinto di aver fatto un buon lavoro".

Argentero sex symbol?

"Mi ha sempre fatto piacere ricevere i complimenti: certi ruoli, nei film romantici, sono venuti anche per l’aspetto. Ringrazio mamma e porto a casa". Con il sorriso sulle labbra.

Gianluca Barni