
Nuova sentenza sulle bollette dell'acqua
Montecatini 15 agosto 2015 - Il padrone di casa non è tenuto a pagare le bollette arretrate dell’ex inquilino, in assenza di leggi in materia. Così si è espressa alcune settimane fa l’avvocato Ilaria Bagnoli, giudice di pace del tribunale di Pistoia, nella causa promossa da Acque Toscane nei confronti di Marcella Tummolillo, proprietaria di un appartamento a Montecatini da cui erano stati sfrattati gli inquilini morosi, difesa dall’avvocato Franco Mezzani, e di O.E., intestataria dell’utenza dell’acquedotto.
Il gestore del servizio idrico, nell’azione promossa nel 2012, chiedeva alle due donne il pagamento in solido di 774 euro oltre agli interessi dalla scadenza del saldo. Il giudice di pace, nella sentenza, sottolinea che Tummolillo “non è titolare del contratto di utenza, quindi non è debitrice della società che eroga il servizio. Non può infatti ritenersi legittimamente applicabile al caso di specie il contenuto dell’articolo 5 del regolamento comunale di Montecatini, nel quale si prevede l’onere di comunicare tempestivamente il rientro nel possesso dell’immobile, pena la responsabilità in solido della pregressa morosità”.
Il gestore del servizio idrico “non può di propria iniziativa imporre prestazioni personali o patrimoniali a meno che dette prestazioni non siano previste da leggi o fonti a essere equiparate. I regolamenti e le fonti secondarie in genere non potranno disporre tali adempimenti se non in conformità o in esecuzione della norma di rango superiore”.
L’articolo del regolamento comunale “appare quindi in contrasto con i principi dell’ordinamento giuridico in materia e come tale disapplicabile dal giudice civile. La illegittimità e contrarietà alle norme in materia è ancora più evidente se si esamina a fattispecie alla luce della carta dei servizi relativa a servizio idrico, dove, addirittura, si esclude la possibilità per l’ente erogatore di rivalersi per la morosità dell’ente precedente su quello che vi subentra”. L’ex intestataria del contratto, invece, è stata condannata a pagare i 774 euro richiesti da Acque Toscane, oltre agli interessi e alle spese del procedimenti, valutati in altri 400 euro.