Medicane, cos'è l'uragano mediterraneo e perché fa paura. Allerta al Sud

L'esperto: "Prima non si verificavano tali fenomeni perché nel bacino Mediterraneo non c'erano differenze di temperatura così accentuate tra acqua del mare e atmosfera"

Il medicane Zorbas del 29 settembre 2018

Il medicane Zorbas del 29 settembre 2018

Roma, 28 ottobre 2021 - Lo hanno chiamato medicane (va letto all'inglese), crasi di "mediterranean hurricane", cioè uragano mediterraneo. Un fenomeno meteorologico raro, ma purtroppo sempre meno. Perché - nonostante i negazionisti - i cambiamenti climatici portano anche in quelle che da sempre sono considerate acque tranquille dei fenomeni tipici dei tropici. E così l'allerta uragano non è più questione legata alla Florida, a Bahamas, ad Haiti. Diventa un problema anche per l'Italia meridionale.

Nei giorni scorsi abbiamo visto le devastazioni in Sicilia.  Adesso la paura è per un imemdiato ritorno del medicane al Sud, che piange già tre morti: Angela Caniglia, 61 anni, ritrovata al confine fra i comuni di Scordia, in provincia di Catania, e Lentini in provincia di Siracusa, il marito, Sebastiano Gambera, 67 anni, travolto con lei da un fiume di fango e acqua a Scordia, Paolo Grassidonio, 53 anni, morto annegato a Gravina di Catania dopo essere scivolato per strada rimanendo incastrato sotto una vettura travolta dall'acqua in via Etnea.

Secondo le previsioni degli esperti, il maltempo toccherà il picco venerdì proprio nella zona del catanese per poi spostarsi velocemente in Calabria. A Catania, e nei comuni intorno, l'allerta è massima. La gente è terrorizzata dopo quello che ha dovuto affrontare negli ultimi giorni, con città e paesi sommersi da acqua, fango e detriti con le strade piene d'acqua e le piazze sommerse. Gruppi di volontari si sono dati da fare per ripulire quanto più possibile, molti rifiuti trascinati dall'acqua sono finiti in mare. I commercianti hanno sistemando barriere in ferro nei negozi per proteggere il più possibile le proprie merci. Scuole e uffici chiusi, allerta massima.

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, stamattina, ha telefonato al sindaco di Catania, Salvo Pogliese per avere informazioni sulla grave emergenza e per esprimere la sua vicinanza alla città così colpita dal maltempo. E ha garantito il massimo sostegno con interventi rapidi ed efficaci di tutte le istituzioni

Allerta rossa e arancione

Allerta rossa su buona parte della Sicilia e arancione sul resto dell'isola e sulla Calabria: il Dipartimento della Protezione Civile ha prolungato l'avviso meteo emesso nella giornata di mercoledì confermando che la forte perturbazione al momento presente a est di Malta risalirà nelle prossime ore le coste ioniche di Sicilia e Calabria portando piogge e temporali localmente anche molto intensi. Sulla base delle previsioni, sono attese dalle prime ore di venerdì precipitazioni diffuse, che localmente saranno anche molto intense e accompagnate da grandinate, fulmini e forti raffiche di vento sulla Calabria, in particolare sui settori meridionali.

L'esperto: "Sale la temperatura del mare"

"Fino a tempi relativamente recenti non si verificano tali fenomeni perché nel bacino del Mediterraneo non c'erano delle differenze di temperatura così accentuate, come ora, tra l'acqua del mare e l'atmosfera". A spiegarlo all'Adnkronos il generale Costante De Simone, già capo del Servizio meteorologico dell'Aeronautica militare. "La temperatura del Mediterraneo sta aumentando e quindi nel momento in cui masse d'aria di tipo ciclonico si spostano sul mare acquisiscono molta energia", dice De Simone ricordando che "tutta la fenomenologia atmosferica dipende dalla quantità di energia presente".

Due le fonti, la temperatura e il vapore d'acqua. "Quando c'è differenza di temperatura si innescano i movimenti. Con il riscaldamento poi evapora molta più acqua portando con sé una grande quantità di energia che viene liberata nell'atmosfera", specifica. Ora proprio per effetto "dell'aumento della temperatura del mare e delle masse d'aria che si muovono più velocemente sale la probabilità di fenomeni meteo intensi". De Simone, che per 40 anni è stato consulente all'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, sottolinea come "già nel 1985 prospettai la possibilità di un cambiamento del clima in Italia, purtroppo la mutazione è avvenuta. All'epoca con i colleghi ne parlavamo come ipotesi in base ai dati che avevamo, oggi posso dire che l'ipotesi di una tendenza alla tropicalizzazione del tempo si è affermata".

"Un tempo le piogge avvenivano con regolarità, adesso per effetto di tutta questa concentrazione di energia di cui parlavo prima le piogge sono di breve durata ma molto intense. Ma la quantità d'acqua che cade sui nostri territori non è cambiata, si è solo concentrata e questo fa sì che noi dovremmo essere preparati a commisurare le riserve di acqua ai nostri bisogni. Non solo aspettare. Punto fondamentale per il futuro è proprio quello della gestione delle acque, che è un patrimonio", conclude.