Viaggio nei luoghi della Memoria. Da Bardine alla fattoria di Valla. Quel silenzio che ’narra’ le stragi

L’esperienza di 40 studenti del liceo Repetti di Carrara a Fivizzano. Visita al Museo che raccoglie foto d’epoca

Viaggio nei luoghi della Memoria. Da Bardine alla fattoria di Valla. Quel silenzio che ’narra’ le stragi

Viaggio nei luoghi della Memoria. Da Bardine alla fattoria di Valla. Quel silenzio che ’narra’ le stragi

Toccare con mano l’orrore di una strage di civili, vittime della furia nazista, seppure a 80 anni di distanza dagli avvenimenti: è quanto hanno sperimentato venerdì mattina 40 studenti della V classe del Liceo Classico Repetti di Carrara, accompagnati dai docenti Serena Conti, Alessia Zanello e Francesco Battistini che si sono recati in visita sui sentieri della Memoria a S. Terenzo Monti, nel fivizzanese.

I giovani sono stati condotti esattamente sui luoghi dove ha avuto inizio la tragica vicenda, partendo dal ponte sul torrente Bardine dove il 17 agosto ’44 avvenne lo scontro a fuoco fra partigiani della formazione Ulivi, comandati da Alessandro Brucellaria nome di battaglia il Memo e un reparto di SS del tenente Alberth Fischer, stanziati nel Castello Malaspina di Fosdinovo. Condotti in località pressochè rimaste strutturalmente immutate da quel tempo, i liceali carraresi sono stati fatti calare dal delegato alla Memoria del Comune di Fivizzano nell’atmosfera di quel tragico passato fatto di miseria, fame, violenza e soprattutto terrore. Fra le figure ricordate balza in evidenza quella di don Michele Rabino, il parroco del paese prima vittima di quella mattanza costata la vita a 160 innocenti, a torto indicato in combutta con i partigiani. Fu freddato da due SS in mimetica sulla porta della canonica: dopo la sua uccisione tutte le case del paese furono saccheggiate e alla fattoria di Valla 107 civili – quasi tutte donne, bambini e vecchi – tenuti in ostaggio in attesa degli ordini del maggiore Walter Reder. Intanto a 2 chilometri di distanza nei pressi del cimitero, sotto la minaccia delle armi, 53 uomini rastrellati nel versiliese erano in attesa della loro sorte. E Reder, fra polli arrosto e fiaschi di vino, in quello che passerà alla storia come ’il pranzo della morte’, decise firmando l’ordine di ’alles kaputt’ – uccideteli tutti – in ossequio alla macabra contabilità nazista: 16 soldati tedeschi uccisi, 160 civili italiani da sterminare.

In un silenzio incredibile, gli studenti hanno ascoltato la narrazione della guida che ha ricordato come, prima d’essere uccise, tutte le ragazze vennero violentate e i loro indumenti intimi appesi nel luogo del massacro, in maniera che i soccorritori capissero quale oltraggio avevano subito prima di morire. Analoga sorte toccò al gruppo dei 53 della Versilia, impiccati lungo la strada con filo spinato per rendere spasmodica la loro agonia. Vi è stata quindi la visita dei liceali al Museo della Cultura della Memoria, dove sono conservate le immagini di quelle tragedie.

I ragazzi hanno posto molte domande, si è parlato del passato fino a giungere ai giorni nostri, toccando il tema della mancata giustizia nei confronti dei criminali, sia nell’immediato dopoguerra che in tempi moderni. "La ringraziamo davvero, gli studenti,sono rientrati a casa – il messaggio del professor Francesco Battistini al delegato alla Memoria – con una conoscenza e una quantità di spunti di riflessione che nessuna lezione di storia, o libro, gli avrebbe mai potuto dare".

Roberto Oligeri