Variante Sogegross. La protesta silenziosa dei grossisti: "Negati confronto e ascolto"

Gli operatori apuoversiliesi decidono di non andare in aula oggi per la seduta del consiglio comunale che approverà la pratica .

Variante Sogegross. La protesta silenziosa dei grossisti: "Negati confronto e ascolto"

Il sit-in di protesta a febbraio dei grossisti apuoversiliesi contro la variante Sogegross

Un’assenza rumorosa oggi alla seduta de consiglio comunale di Massa chiamato ad approvare la variante 6 al Regolamento Urbanistico, ribattezzata ‘variante Sogegross’ perché consentirà al gruppo di realizzare un’attività di commercio all’ingrosso nell’area produttiva dell’ex Dalmine. Non ci saranno i grossisti apuoversiliesi che a febbraio invasero l’aula con striscioni e cartellil: questa volta sarà la loro assenza a fare il rumore della protesta. Hanno deciso di non presenziare alla seduta perché, spiegano, "convinti che assisteremmo nuovamente a un processo condotto con fretta e superficialità, come già visto nelle recenti commissioni: riunioni quotidiane in due settimane, in cui abbiamo constatato la mancanza di dialogo e una lettura meccanica delle controdeduzioni, ignorando contributi esterni rilevanti". Apprezzato l’impegno dei consiglieri di opposizione che "si sono sforzati di stimolare il dibattito, portando contributi mirati e ragionamenti che meriterebbero ascolto", ma vedono nella risposta della maggioranza "una chiusura pregiudiziale, volta a difendere automaticamente le posizioni tecniche comunali. È parso quasi che fossero i tecnici, e non i consiglieri, a decidere su una questione che, invece, è politica".

Una categoria la loro, sottolineano, pratica e concreta quindi "non vediamo motivo per essere presenti dove ogni confronto è chiuso a prescindere". Ma chiariscono i motivi della loro opposizione a una variante che ritengono ingiusta verso di loro e verso il territorio, che non garantisce "parità di condizioni concorrenziali". "Non temiamo la competizione – spiegano – ; siamo pronti a misurarci con altri operatori, purché in un contesto di opportunità equamente accessibili. Ma questa variante non propone un piano generale che ridefinisca la destinazione d’uso di più aree, creando opportunità per tutti. Se così fosse, avremmo potuto anche noi considerare investimenti strategici su lotti vicini al mare e all’autostrada". Invece oggi le loro attività non hanno di spazi simili e anche volendo espandersi non trovano terreni adeguati. Opposizione dunque a "una scelta politica che avvantaggia un solo operatore, creando un’inaccettabile disparità di trattamento". E il grande gruppo, sostengono, "finirà per sostituire le imprese locali, esattamente come accadde con l’arrivo di Euromercato/Carrefour, che penalizzò il commercio al dettaglio".

Previsioni nere quelle dei grossisti: fatturato sottratto agli operatori locali, nessun aumento di prodotti "poiché la concorrenza è già forte e i margini ridotti", Anche sul piano occupazionale, le grandi strutture tendono a ottimizzare i costi impiegando poche persone per volumi di lavoro elevati, a differenza delle piccole e medie imprese locali, che danno lavoro a molte persone e generano un indotto vitale, nessun incremento di occupazione e l’utile non resterà sul territorio e poi la plusvalenza per la modifica della destinazione d’uso del terreno. Ricordano poi che il territorio "perderà superfici industriali preziose", e i pareri contrari alla variante espresso dal Consorzio della Zona Industriale Apuana e dai soci Regione Toscana, Autorità Portuale, Provincia , Comune di Carrara e Camera di Commercio. "Il Comune di Massa è l’unico ente favorevole a questa modifica, un dato che, da solo, basterebbe a giustificare la nostra opposizione".