
La strada per la variante di quel che resta dell’area ex Eaton da mettere all’asta è ormai tutta in discesa. Da un lato nei giorni scorsi è stato fatto un passo in avanti sotto il profilo dell’iter urbanistico e burocratico, dall’altro ci si è resi conto di avere più tempo a disposizione di quello previsto per poter bandire la gara e assegnare l’area. Partiamo però dalla questione tecnica, la più intricata che ormai si trascina dal 2020: il 14 marzo la Conferenza paesaggistica tra la Regione Toscana e la Soprintendenza archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, ha espresso parere positivo sulla conformazione al Piano di indirizzo della Toscana della variante, adottata dal consiglio nell’aprile 2022. Dopo l’espletamento della procedura partecipativa l’atto è tornato in aula dove è stato approvato con 24 voti favorevoli e 2 contrari nella seduta del 30 gennaio. Le due osservazioni presentate da Regione Toscana sono state recepite con una modifica degli elaborati e la formulazione di alcuni chiarimenti. Di fatto la Conferenza paesaggistica ha preso atto che quello che veniva chiamato ‘bosco’ nel Pit non era tale, proprio per legge regionale forestale che stabilisce come non possano essere definiti ‘boschi’ i giardini pertinenziali, per quanto grandi e verdi fossero. E l’area verde dell’ex Eaton era di fatto pertinenziale allo stabilimento così come alla residenza del custode. Quindi via libera da Firenze.
Adesso per permettere al Consorzio Zona industriale apuana di poter bandire l’asta di vendita ci vorrebbe la definitiva approvazione del consiglio comunale che però è sciolto. L’atto quindi è di competenza della commissaria Maria Rosa Trio, che assume in sé anche i poteri del consiglio, ma a un mese e mezzo dalle elezioni potrebbe anche decidere di non fare questo passaggio. Per fortuna, comunque, una interlocuzione con gli uffici regionali ha chiarito che il termine ultimo per assegnare l’area prima che la stessa torni di proprietà della Regione non è il 31 dicembre di quest’anno ma del 2024. Quindi ci sono tutti i margini di manovra.
Ricordiamo che la variante è volta a favorire l’insediamento di nuove unità produttive funzionali allo sviluppo del territorio in quanto la parte di area classificata dal Ru come frangia urbana, quindi con interventi limitati al solo patrimonio edilizio esistente, rimasero esclusi dalla riconversione produttiva operata sulla maggior parte dell’area ex Eaton dalla società Iglom. La variante prevede l’introduzione di un nuovo ambito di intervento con un indice di copertura massimo del 50% e la possibilità di insediare più attività produttive purché di superficie non inferiore a 500mq ed all’interno di un unico progetto coordinato e l’asta darà priorità ai progetti che garantiranno più occupazione.
Francesco Scolaro