
Un’estate di sangue. Reportage tedesco sui luoghi delle stragi. Parlano i sopravvissuti
Fivizzano e i suoi tragici avvenimenti della Seconda guerra mondiale sono finiti, con un’intera pagina, sul più grande giornale tedesco, la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Un lungo articolo, o meglio un lungo reportage, scritto dalla collega e corrispondente dall’Italia Karen Kruger dal titolo ’Ogni giorno un’aggressione dei tedeschi’. Insieme alla Kruger, il fotografo e filmaker tedesco Luigi Toscano, di origini italiane, che ha fotografato in tutto il mondo i volti di oltre 500 persone sopravvissute ai campi di sterminio e ai massacri dei nazifascisti. Volti le cui immagini ingrandite hanno costituito il materiale fondamentale per mostre pubbliche negli Usa e in molti Paesi d’Europa e prossimamente in Australia. Attualmente sono in mostra, per la prima volta in Italia, a Civitella Val di Chiana (Arezzo).
Toscano e Kruger hanno fatto tappa in Lunigiana, dove hanno incontrato alcuni sopravvissuti ai massacri delle SS. "L’obiettivo – scrive Kruger – era raggiungere San Terenzo Monti, uno dei tanti paesi del comune di Fivizzano dove le persone, nel caldo della giornata, si ritirano sedute sulle sedie dietro le case. Nell‘estate 1944 accade una situazione inconcepibile per loro. Fu un’estate di sangue per il paese e la zona. Centinaia di morti. Quello che è accaduto a San Terenzo Monti è poco conosciuto anche attualmente. E’ trattato solo dalla stampa locale".
Ma non solo i fatti. Nel loro viaggio i colleghi tedeschi hanno incontrato e intervistato, come detto, due sopravvissuti alle stragi: Alfredo Gerini e Adelita Musetti, scampati al massacro di San Terenzo, oltre al collega Roberto Oligeri, delegato alla Memoria del Comune di Fivizzano che si occupa del ricordo delle vittime in un edificio museale, sede un tempo di una vecchia scuola. All’interno vi sono foto in bianco e nero. Di donne, anziani e bambini. Il più piccolo di due mesi d’età. A Oligeri è dedicato ampio spazio nell’articolo. "Non abbiamo le foto di tutte le vittime – ha raccontato ai colleghi tedeschi –. Il 17 agosto ‘44 i partigiani, nelle vicinanze del paese, uccisero in un attacco 16 uomini di Reder, uno ferito venne portato su una barella da 4 giovani donne al comando delle SS, dove anch’esse successivamente morirono. Nonostante questo Reder decise che per ogni soldato tedesco ucciso dieci civili italiani fossero fucilati. Il 19 agosto ‘44 Reder con altri ufficiali venne nell’osteria del paese, a pranzo, e davanti a polli arrostiti, altre vivande e vino decisa la fucilazione di donne, vecchi e bambini rinchiusi in una vecchia fattoria. Furono tutti uccisi, 160 persone. Fra le vittime c’erano anche la moglie e i 5 figli dell’oste. Furono uccisi mentre Reder e i suoi ufficiali gozzovigliavano. L’oste successivamente testimoniò in Tribunale che Reder, durante il pranzo, firmò l’ordine di esecuzione. Dopo la guerra l’oste si risposò ed ebbe 2 figli: uno ero io".
Il sopravvissuto Alfredo Gerini, 90 anni, si è detto preoccupato dell’avanzata delle destre in Europa e chiede: "Verrà di nuovo il fascismo?". Gerini nel ‘44 aveva 10 anni e, avendo perduto il padre, ha dovuto lavorare duramente. "Il mio migliore amico era Luigi, un figlio dell’oste – ha detto – era per me come un fratello. giocavamo a carte e a nascondino". E’ sopravvissuto al massacro nascondendosi in un rifugio. Dopo San Terenzo, Kruger e Toscano sono stati a Vinca incontrando anche qui alcuni sopravvissuti di quella tremenda strage. "Un anziano ci ha detto – scrive Kruger – che a volte, come sotto narcosi, nel sonno si sveglia di soprassalto perchè ’arrivano i tedeschi’".