Una spremuta? 4 euro: "Noa, bar troppo caro con orari da cambiare". FdI interroga la Regione

La denuncia deI deputato Amorese e del coordinatore provinciale Guidi "Non è un posto turistico, i prezzi sono poco dignitosi e molto esosi. Semmai nell’ospedale pubblico dovrebbero essere più bassi che altrove".

Una spremuta? 4 euro: "Noa, bar troppo caro con orari  da cambiare". FdI interroga la Regione

Una spremuta? 4 euro: "Noa, bar troppo caro con orari da cambiare". FdI interroga la Regione

Quattro euro per una spremuta, più di due euro per un latte macchiato. Qualcuno potrebbe pensare che ne valga la pena, magari su una terrazza con vista sul mare e le spalle alle Apuane, mentre il primo sole primaverile scalda le mani e il cuore in uno dei locali ‘in vista’ della costa. Magari pure a Forte dei Marmi. No, invece. Siamo all’interno del Noa e da queste finestre non si vede niente. Qui non arriva neppure il salmastro da respirare. E chi per sua sfortuna deve usufruire dei servizi all’interno della struttura non lo fa per piacere, per godersi un attimo di relax o una vacanza. Sono persone che si stanno curando o, nella migliore delle ipotesi, parenti in visita e quei prezzi da locale stellato fanno quasi infuriare. Di certo sono arrivati all’attenzione della politica fino a Roma, tramite il deputato apuano Alessandro Amorese che con il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Marco Guidi, denunciano la situazione: "Una spremuta quasi 4 euro, un latte macchiato 2,20 euro, per non parlare di croissant, bomboloni o biscotti, il tutto sopra la ‘media’. Stiamo parlando del bar interno al Noa. Li consideriamo prezzi poco dignitosi e molto esosi, soprattutto perché chi si trova a frequentare il Noa non lo fa per capriccio ma esclusivamente per necessità – scrivono –. Eppure, sul web la società lombarda che ha in gestione il bar si vanta del rapporto qualità-prezzo dei propri punti ristoro. Crediamo che la convenzione che regola i vari servizi interni all’ospedale sia da rivedere anche perché generica in alcuni aspetti".

Oltre ai prezzi, non convincono neanche gli orari del servizio. "E’ inammissibile che il bar chiuda ogni giorno alle 18, il sabato alle 15 e addirittura la domenica rimane allegramente chiuso – incalzano ancora –. Eppure pazienti, malati, familiari e visitatori, per non parlare del personale, sono al Noa anche nei giorni festivi. In sostanza siamo ‘spremuti’ durante la settimana per poi non avere il servizio nel fine settimana. Qualcuno potrebbe rispondere elencando i distributori automatici presenti: premettendo come non si tratti affatto della stessa cosa, rispondiamo chiedendo: perché all’ospedale ‘gemello’ di Lucca il bar, che a noi risulta gestito dalla medesima società, è aperto buona parte della domenica? Tutto ciò è gravissimo e si aggiunge al parcheggio ancora a pagamento dopo ormai otto anni dall’apertura del Noa, con altre realtà a noi vicine, tra gli ospedali ‘gemelli’, che hanno rimesso in discussione quest’altra tassa sulla salute. Invitiamo i gestori del bar ad abbassare i prezzi che, semmai, in un ospedale pubblico dovrebbero essere più economici e non più costosi e a rivedere gli orari di apertura", concludono Amorese e Guidi annunciando un’interrogazione in Regione tramite il gruppo di Fratelli d’Italia.