
I rappresentanti delle istituzioni alla riunione promossa dal presidente del Tribunale
Un passaggio giuridico fondamentale, un momento di confronto istituzionale e tecnico di alto profilo, un passo avanti verso una maggiore tutela dei diritti della persona. Si è tenuta, in Tribunale a Massa, una riunione alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha ridefinito i limiti e le modalità di applicazione del Trattamento sanitario obbligatorio (Tso), dichiarando parzialmente incostituzionale l’articolo 35 della legge 833/1978. All’incontro hanno preso parte i sindaci e rappresentanti dei Comuni di Massa, Pontremoli, Aulla e Montignoso, insieme ai vertici dell’Asl Toscana nord ovest e ai dirigenti delle strutture di salute mentale del territorio. A presiedere i lavori è stato il presidente del Tribunale, Giulio Lino Maria Giuntoli, che ha promosso e reso possibile questo momento di confronto istituzionale.
Il tema all’ordine del giorno è stato l’adeguamento del sistema territoriale alle nuove disposizioni della Corte che, accogliendo i rilievi già sollevati dalla Cassazione, ha riconosciuto come incostituzionale la prassi fino a ora vigente in merito alla comunicazione del Tso. In particolare, la Consulta ha evidenziato l’assenza di garanzie fondamentali per il diritto di difesa: la persona sottoposta a Tso deve ricevere tempestiva comunicazione del provvedimento, avere la possibilità di esprimere le proprie ragioni davanti al giudice tutelare prima della convalida e ottenere notifica del relativo decreto.
I sindaci hanno voluto esprimere un sentito ringraziamento al presidente Giuntoli "per aver creato le condizioni di un confronto costruttivo e concreto, che ci consente di operare in piena consapevolezza e nel rispetto dei nuovi orientamenti giuridici in materia di Tso. È una svolta importante perché anche noi amministratori locali, chiamati a firmare uno degli atti più delicati della vita pubblica, possiamo farlo ora con maggiore equilibrio giuridico e nel rispetto dei diritti fondamentali della persona". La pronuncia della Corte Costituzionale apre ora la strada a un nuovo impianto normativo da parte del Parlamento.