"Ero pronto ad acquistare un complesso immobiliare in Puglia, ma sono stato truffato dalla controparte. Il venditore, infatti, non solo ha omesso che si trattava di un fondo inagibile, ma dopo il contratto preliminare ha ceduto lo stesso bene a un’altra società, e per la bellezza di oltre due milioni di euro in meno. Infine, ha tentato di estorcermi 700mila euro per sospendere la vendita a terzi". È un’autentica disavventura imprenditoriale quella denunciata da Giovanni Trifone Orsi, 68 anni, titolare della società Experanza, sita a Massa. L’imprenditore ha presentato denuncia davanti ai carabinieri di Avenza contro l’amministratore della società venditrice, i suoi titolari e il notaio presso cui era stato sottoscritto il preliminare, chiedendo anche il sequestro del bene, incuneato fra i comuni leccesi di Alessano e Tricase.
Orsi aveva deciso di acquisire l’immobile, un tempo adibito a manifattura tabacchi, per investirvi 30 milioni di euro – per i quali aveva rintracciato i necessari finanziamenti a fondo perduto – e trasformarlo in uno stabilimento per la trasformazione dei prodotti agricoli locali, in particolare pomodori. Nel marzo 2018 aveva quindi firmato il preliminare di vendita, per il prezzo di 3 milioni e mezzo di euro. La società proprietaria, afferma Orsi nella denuncia, "ha dichiarato che si trattava di un opificio industriale, quando invece era un relitto. Ciò è emerso chiaramente anche dalla relazione del mio tecnico, l’architetto Cosimo Montinaro. Ma loro, oltre a non rettificiare, come promesso, i dati catastali, hanno accettato l’offerta di acquisto di altri soggetti, e per un importo enormemente inferiore". L’imprenditore aggiunge di "aver avuto da tutta questa operazione un danno economico notevole".