
’The calling’, meditazione elettronica. Arthuan Rebis lancia il nuovo singolo
È disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Arthuan Rebis, nome d’arte di Alessandro Arturo Cucurnia, musicista e scrittore apuano. "The Calling" è un lavoro sconnesso rispetto alla precedente produzione dell’artista, inserendosi in sonorità più elettroniche ma mantenendo le tematiche che lo contraddistinguono: contemplazione della mente, esperienze di meditazione ed incontro con la natura. Il brano, in collaborazione con Timer Shine e il lituano Mr Jumbo, è accompagnato da un videoclip disponibile su YouTube, girato interamente sul monte Giogo in Lunigiana, ex base Nato.
"Ho scelto questo luogo perché trovavo affascinate il fatto che i primi segnali di internet partissero proprio da lì – spiega Rebis –, in un luogo naturalistico importante della Lunigiana, quindi sempre con uno spirito di bonifica di certi luoghi, come penso ce ne sia parecchio bisogno nelle nostre montagne".
Laureato in Musica all’università di Pisa, Cucurnia è compositore, polistrumentista, arpista, scrittore, operatore sonoro e concertista internazionale, sia solista sia con altri progetti (The Magic Door, In Vino Veritas, Antiqua Lunae), con oltre mille esibizioni nazionali e internazionali all’attivo: con “The Calling” conferma la sua originalità e poliedricità. Di recente pubblicazione si ricorda “Canti di Elughèa”, colonna sonora del suo romanzo “Helughèa - Il Racconto di una Stella Foglia” edito da Eterea edizioni.
Come nasce Arthuan Rebis?
"Ho iniziato la mia carriera solista nel 2016. “Arthuan” è un termine druidico di origine gallese che significa “solstizio d’inverno”, “Rebis” è invece una figura alchemica. Ormai utilizzo lo pseudonimo anche in ambito letterario. Trovo ispirazione nelle musiche etniche, medievali, celtiche e orientali, a cui commistiono talvolta sonorità folk e cantautoriali".
Cosa vuoi comunicare?
"Di solito mi ispiro a tradizioni letterarie e spirituali che hanno in comune l’amore per l’ambiente e i suoi abitatori invisibili e non. Cerco sempre di sensibilizzare all’ecologia dell’ambiente e della mente, due cose molto connesse".
Com’è stata la ricezione dell’opera transmediale Helugèa?
"Accolta benissimo: con Eterea ho ottenuto molte attenzioni, presentando il volume a fiere e festival importanti, come il Salone di Torino e il Lucca Comics, e arrivando anche ai programmi Fahrenheit di Rai Radio 3 e Wonderland di Rai cultura, che hanno dedicato puntate intere al mio lavoro. L’idea della dimensione metaletteraria parte dalla necessità di usare più linguaggi e metterli insieme al servizio di un’idea immersiva nell’opera, una realtà multimediale però sempre artigianale. In questo caso la scrittura, la musica, le grafiche e le illustrazioni sono incentrate per poter amplificare l’opera in tal senso".
Consigli per giovani musicisti e scrittori?
"Focalizzare le energie nella ricerca, fondamentale è il processo creativo che è crescita e maturazione. L’intelligenza artificiale sta atrofizzando lo studio e la creatività: nelle arti si tende a voler saltare di pari passo questo processo, sebbene sia la fase più importante per concepire un’opera. L’artista e l’artigiano sono dei medium, se si delega alla macchina tutto questo avviene un black out della creatività, della curiosità e della fantasia umana".