"Tavolo per le Apuane". Appello alla Regione dei giovani del Cai per il futuro dei monti

In una lettera aperta i timori per i danni causati dall’escavazione "Vanno coinvolte tutte le parti per trovare soluzioni insieme".

"Tavolo per le Apuane". Appello alla Regione dei giovani del Cai per il futuro dei monti

"Tavolo per le Apuane". Appello alla Regione dei giovani del Cai per il futuro dei monti

"E’ inaccettabile pensare che l’unico modello di sviluppo possibile per le Alpi Apuane sia quello di puntare sull’estrazione incontrollata del marmo, che genera lavoro per pochi, profitti per pochissimi e un danno incalcolabile per la collettività; a scapito del meraviglioso ecosistema di queste montagne, che non recupereremo mai più". I giovani del Cai Toscana e dei gruppi territoriali prendono posizione sul futuro delle Apuane in una lettera aperta al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, inviata anche al portavoce Bernard Dika, all’assessora Monia Monni, al presidente del consiglio Antonio Mazzeo, ai consiglieri circoscrizionali di Lucca e Massa Carrara, Mario Puppa e Giacomo Bugliani, e al nuovo presidente del Parco, Andrea Tagliasacchi.

Si dicono preoccupati per il proprio futuro e lanciano la proposta di un "tavolo di lavoro regionale per le Alpi Apuane". I giovani del Cai ribadiscono "sconcerto, preoccupazione e rabbia per le parole dal Presidente Eugenio Giani a Gorfigliano" ma vogliono andare oltre e lavorare per il futuro delle Apuane dove "le aree contigue di cava minacciano da decenni la riserva idrica più importante della nostra regione, aumentando, tra gli altri, il rischio idrogeologico, e compromettendo un ecosistema formato da specie vegetali che rappresentano circa il 30% di quelle dell’intera penisola italiana, di cui circa 40 endemiche dell’area". E sottolineano che oggi si sta distruggendo quel patrimonio "a un ritmo insostenibile al solo fine di alimentare l’industria del carbonato di calcio, che rappresenta oggi tra il 70% e l’80% di tutto il materiale estratto".

Citano l’alpinista, ambientalista e regista Alberto Grossi: "è civiltà ridurre i monti in farina? È progresso?" invitando a preserva le apuane per le generazioni future. Parlano di "mancanza di sostenibilità sociale ed economica, oltre a quella ambientale", "intercettazione e inquinamento di cavità carsiche censite nel catasto regionale", sottolineano, il danno paesaggistico, come gli "ingenti danni erariali alle casse" di Comuni, Regione e Stato, la chiusura di sentieri Cai "inglobati e cancellati da cave attive nel Parco" per arrivare a parlare "delle minacce, della corruzione, delle infiltrazioni della criminalità organizzata e dell’economia sommersa". I giovani del Cai propongono quindi un "tavolo di lavoro permanente in seno al Consiglio Regionale che coinvolga tutte le parti interessate così da instaurare un canale diretto e un dialogo costante non solo con l’ente Parco ma anche con il nostro Club e con le altre associazioni ambientaliste, al fine di trovare soluzioni insieme e assicurare da ora in avanti uno sviluppo quanto più sostenibile possibile al Parco delle Alpi Apuane".