Stragi naziste, la battaglia dei familiari: "Ristori, impossibile rinviare ancora". La mozione di Bugliani in Regione

Fivizzano, il consigliere accende i riflettori sul tema della giustizia e l’importanza della memoria collettiva

Stragi naziste, la battaglia dei familiari: "Ristori, impossibile rinviare ancora". La mozione di Bugliani in Regione

Stragi naziste, la battaglia dei familiari: "Ristori, impossibile rinviare ancora". La mozione di Bugliani in Regione

"I risarcimenti alle vittime del nazifascismo non possono subire ulteriori rinvii: qualsiasi ostacolo persista sul piano del riconoscimento degli indennizzi, previsti dalla normativa nazionale, dev’essere eliminato. E’ un passaggio necessario alla memoria collettiva". A pronunciare queste frasi è il presidente della Commissione affari costituzionali della Regione, il consigliere Giacomo Bugliani che ha presentato una mozione sul "fondo ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra".

"Dalla Toscana, terra che ha inserito l’antifascismo tra i principi del proprio Statuto, portiamo avanti un impegno per sancire un passaggio di giustizia – scrive Bugliani – verso i familiari e i superstiti dell’orrore nazifascista. La Toscana tra il 1943 e il 1945 fu teatro di scontro fra eserciti e luogo di stragi nazifasciste: l’Atlante delle Stragi riporta 832 episodi di uccisioni con 4477 vittime tra la popolazione civile. Chiedo alla giunta regionale – afferma Bugliani – d’attivarsi nei confronti del Governo affinchè sia resa effettiva la misura risarcitoria precista dal decreto legge 30 aprile 2022 n.36 evitando ingiustificati ritardi in fase di liquidazione degli indennizzi e applicando la norma". La mozione presentata dal consigliere Bugliani mai poteva essere tanto tempestiva quanto necessaria, infatti si ha attualissima notizia che il Ministero Economia e Finanze abbia respinto richieste di risarcimento presentate da familiari delle vittime in possesso di sentenze esecutive passate in giudicato, con provisionali stabilite da un Tribunale della Repubblica, confermate quindi dalla Corte d’Appello e dalla Corte di Cassazione. Il motivo? Secondo il MEF sarebbe decorso il termine prescrizionale dei 10 anni dal giudicato per l’esercizio del diritto. Questo, nonostante il termine prescrizionale del giudicato non sia contemplato dal dL n. 36 del 2022 per le azioni giudiziarie avviate alla data d’entrata in vigore della sopracitata norma, essendo sufficiente aver ottenuto un titolo costituito da sentenza passata in giudicato.

Non deve sfuggire inoltre il fatto che, trattandosi di “crimini contro l’umanità“, questi non vanno mai in prescrizione. Tutto fa supporre che la battaglia di giustizia e civiltà portata avanti da decenni da superstiti e familiari delle vittime del Terzo Reich sia ancora lunga, piena di insidie e di colpi di mano. E questo, nonostante siano trascorsi dai fatti, quasi 80 difficili, duri e lunghi anni.

Roberto Oligeri