
Il Comune di Bagnone, iscritto nella rete dei Comuni toscani teatro di stragi nazifasciste, commemora, con le associazioni del territorio...
Il Comune di Bagnone, iscritto nella rete dei Comuni toscani teatro di stragi nazifasciste, commemora, con le associazioni del territorio come l’Istituto storico della Resistenza Apuana, le Anpi locali e l’Arma dei carabinieri, mercoledì alle 21.15 nel piazzale della chiesa di Pieve, il terribile rastrellamento nazifascista del luglio 1944 - Wallenstein I^.
Il ricordo va alle 24 vittime civili di Bagnone, Compione, Gabbiana, Lusana, Mochignano e Pieve e ai 15 partigiani caduti nei pressi del monte Barca. Oltre a Pompeo Accorsi nativo del Groppo di Bagnone, fucilato dai tedeschi il 31 agosto 1944 a Verona.
"Un’ondata di cieca violenza - dice Luigi Leonardi, presidente del consiglio comunale (nella foto) - investì Bagnone dal 30 giugno al 7 luglio 1944, con il duplice scopo di bonificare la zona dai partigiani, in quel periodo erano all’incirca una settantina inquadrati nella brigata 37 B e deportare quanti più uomini possibili per il lavoro coatto in Germania e nei territori occupati.
Forze della Luftwaffe, della Flak e della Gnr, svalicato l’Appennino, insediarono il comando al castello di Bagnone, e cominciarono le perquisizioni, le razzie, i saccheggi, le deportazioni, gli eccidi. I tedeschi si impadronirono di tutto e allo stesso tempo davano la caccia ai partigiani.
La ferocia delle stragi fu inaudita, come contro il giovanissimo Guerrino Sbarra ucciso davanti alla mamma. Così come per i tre fratelli Vinciguerra alla presenza della madre, delle mogli e dei loro piccoli bimbi. Per non parlare della fucilazione di Giuseppe Tiradani davanti alla popolazione di Gabbiana e alla presenza della moglie e della figlia, e dopo la fucilazione appeso a un albero.
Questa era l’ideologia nazista che ci considerava esseri subumani. Potrei andare avanti a raccontare queste tragedie, nostro dovere è portarle alla conoscenza di tutti".