Sicurezza idrogeologica. Arriva il maxi progetto per la fossa dei Maggi

Il piano sul bacini di Colonnata illustrato ieri in commissione Marmo. Rientra nelle iniziative dell’articolo 21 per le assegnazioni delle concessioni

Il mondo delle cave e le nuove normative per il rinnovo delle concessioni

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Carrara, 20 maggio 2023 - Un progetto per intervenire sulle criticità di tipo idraulico e infrastrutturale. E’ questa la natura dell’intervento di ripristino previsto nel tratto della fossa dei Maggi per le opere infrastrutturali ubicate nella frazione di Colonnata. Il progetto sul bacino di Colonnata, illustrato ieri durante la commissione marmo presieduta da Nicola Marchetti, rientra tra quelli previsti dall’articolo 21, la riforma in cui la concessione non viene più assegnata in modo automatico, ma solo con la disponibilità dei concessionari a finanziare progetti di interesse generale che abbiano un impatto positivo sul territorio. Tra i progetti dell’articolo 21, quello di Colonnata rappresenta il più grande in termini di compartecipazione; sono ben 36 le cave coinvolte, che lo rendono estremamente rilevante anche da un punto di vista economico e tecnico.

A presentare il progetto in Comune sono stati gli ingegneri Riccardo Marangoni e Alessandro Sassi dello studio Sipec, incaricato dagli industriali per la fase progettuale. Il progetto riguarda soprattutto la sicurezza idraulica del territorio e la viabilità della valle di Colonnata. "Si interviene per ripristinare il collegamento diretto tra la fossa dei Maggi, che scorre ai piedi dell’abitato di Colonnata – ha spiegato l’ingegner Marangoni – e il Carrione, che è il tributario dove la fossa si inserisce. Bisogna ridare dignità a una parte di alveo naturale che oggi non c’è più e ricostruire un percorso viario sicuro, togliendo i percorsi idrici accidentali dell’acqua".

La creazione del nuovo percorso idrico avverrà attraverso la ricostruzione dell’alveo. Sarà scavato e costruito un nuovo alveo a cielo aperto, con tecniche di ingegneria naturalistica, che contemplano il rivestimento delle strutture in calcestruzzo armato, e altre attenzioni per un corretto inserimento dell’opera per evitare inconvenienti da un punto di vista estetico e funzionale. Si sfrutterà un invaso naturale che ad oggi costituisce la parte terminale del percorso idrico parzialmente esistente, con caratteristiche di raccolta e immagazzinamento temporaneo dell’acqua, funzionale a sfasare nel tempo gli apporti di piena del Carrione.

"Lo sforzo progettuale è volto a conferire le caratteristiche di sicurezza idraulica e strutturale – ha aggiunto l’ingegnere – proteggendo i versanti che incombono sull’invaso con delle opere di consolidamento e di ingegneria naturalistica, in modo che emerga come opera inserita nell’ambiente. L’invaso sarà come una grande vasca da bagno, con caratteristica di serbatoio idrico a lento svuotamento". Ci vorrà un anno di tempo per la preparazione del progetto definitivo. Presentato il progetto definitivo e ascoltati i vari pareri, seguirà un progetto esecutivo, con partenza entro un anno e mezzo. Per l’esecuzione delle opere la stima è di circa tre anni di tempo.