
Il porto vede parte dei dipendenti incrociare la braccia per rivendicare un cambiamento del contratto a livello nazionale su salari e sicurezza
Carrara, 4 luglio 2024 – Sono oltre duecento i lavoratori del porto di Marina che aderiranno allo sciopero nazionale indetto per oggi e domani da Filt Cgil e Fit Cisl. Quarantotto ore di astensione dal lavoro per chiedere una rivalutazione economica del contratto collettivo nazionale del lavoro. E così a Marina dopo lo sciopero del 3,4 e 5 aprile scorso torneranno ad incrociare le braccia i lavoratori di Fhp (circa 110 dipendenti), Grendi Trasporti Marittimi (30), Mdc Terminal (30), Coseport (circa 25), Lifting (20) e Adsp del Mar Ligure Orientale.
"Per il triennio di futura vigenza contrattuale dovrà essere superato il riferimento all’Ipca depurato dei beni energetici importati al fine di giungere ad un trattamento economico complessivo del 18% - scrivono Enrico Manfredi di Cgil e Luca Mannini di Cisl –, che recuperi pienamente il potere di acquisto dei lavoratori in questi anni di inflazione crescente. È indispensabile l’inserimento di un meccanismo di tutela salariale in caso di mancato rinnovo nei tempi previsti. È indispensabile garantire anche un aggiornamento normativo, che tenga conto delle evoluzioni del settore e che provi a proiettare il lavoro portuale nel prossimo futuro, un rinnovo che deve avvenire nei tempi prestabiliti. L’obiettivo principale è quello di migliorare le condizioni di lavoro e di produrre effetti benefici sulla qualità del lavoro, della produttività e della sicurezza".
La situazione contrattuale nel porto di Marina è stabile, "stiamo giusto trattando qualche premio di secondo livello con Grendi", specifica Mannini. "Il numero di incidenti spesso mortali, impone una riflessione sulle modalità di svolgimento del lavoro, sulle tempistiche e soprattutto sull’alternanza tra tempi di lavoro e tempi di riposo – proseguono Manfredi e Mannini –, nonché interventi mirati all’adeguamento e aggiornamento normativo in salute e sicurezza. Una platea di lavoratrici e lavoratori riposati e non stressati e in condizioni di essere più produttiva e di rendere il sistema portuale nazionale più competitivo e più sicuro. È nostra convinzione che un orario di lavoro ridotto ed una riduzione dell’incidenza del lavoro straordinario, unito ad una retribuzione adeguata, permetterà di mettere in campo i presupposti per un lavoro migliore".
Cgil e Cisl rivendicano anche un incremento al pensionamento anticipato "caposaldo del precedente rinnovo il cui iter ministeriale è ancora fermo – concludono –, e la necessità di creare un legame tra formazione, qualificazione professionale ed inquadramento, nonché un’adeguata previdenza complementare con la richiesta di un aumento della percentuale destinata al fondo di previdenza integrativa a carico azienda al 2, e una revisione dei contratti determinati".