REDAZIONE MASSA CARRARA

Sanità malata allo stadio terminale: "Grave carenza di personale medico. Chi rimane viene pagato poco"

Il luminare Ugo Boggi ha illustrato le cause della crisi del sistema che favorisce l’espandersi del privato

Sanità malata allo stadio terminale: "Grave carenza di personale medico. Chi rimane viene pagato poco"

La crisi del sistema sanitario e la fuga degli specializzandi all’estero, l’Italia (e anche un po’ la Toscana) fanalini di cosa della sanità, al pari di nazioni come Messico e Polonia, e le nuove sfide della medicina. Sono solo alcuni dei temi trattata dal professor Ugo Boggi, carrarese di nascita e uno dei più illustri chirurghi a livello internazionale, durante il partecipato convegno di sabato all’Accademia di belle arti. La giornata di approfondimento intitolata ‘Le nuove sfide della medicina fra crisi del sistema sanitario nazionale e nuove tecnologie’, è stata organizzata dal club per l’Unesco ‘Carrara dei Marmi’ in collaborazione con il comitato ‘Primo soccorso e urgenza’ e con il patrocinato dal Comune. Un intervento preciso e appassionato in cui Boggi ha ricordato la sua ex scuola, il liceo classico Repetti, gli ex compagni di classe, ma anche i suoi primi ricordi da medico quelle "sonde appese ad asciugare".

Dati alla mano Boggi ha spiegato le difficoltà del sistema sanitario nazionale, di come averlo trasformato in azienda abbia prodotto gli attuali risultati legati ai tagli di personale e servizi. Ma Boggi ha illustrato anche una possibile soluzione, che potrebbe andare nella direzione di un sistema sanitario misto con la sinergia di ospedali pubblici e privati e assicurazioni sanitarie in minima parte a carico dei cittadini. Il luminare del trattamento di casi oncologici complessi di vari organi addominali ed extra-addominali, ha anche parlato dell’esigenza di "una riforma sanitaria che abbia un buon numero di medici", e di come durante il Covid la Toscana, come tante Regioni del sud Italia, abbia dimostrato la mancanza di terapie intensive.

"Sanità oggi vuol dire tanta aspettativa – ha detto Boggi – oggi c’è l’aspettativa del risultato. Ma il sistema sanitario è in crisi perché non ci sono soldi. Ogni anno 15mila medici vanno a specializzarsi all’estero, io non parlo di fuga di cervelli ma di stomaci. L’Italia è ultima come compensi per le specializzazioni con circa mille euro lordi al mese. Ecco il perché della mancanza di medici. Il personale è uno dei motivi della crisi – ha aggiunto Boggi – che ha portato alla chiusura degli ospedali".

Tra le spese ‘insostenibili’ per la sanità "ci sono i farmaci e i device, le protesi – ha spiegato il docente ordinario di chirurgia generale all’Università di Pisa e direttore dell’unità operativa complessa di chirurgia generale e dei trapianti dell’azienda ospedaliera universitaria pisana –, e che paghi il cittadino è iniquo. In questi anni sono stati eliminati numerosi posti letto, a Pisa dal 2009 al 2023 si è passati da 1500 a 1100 posti, vale a dire quattrocento posti letto in meno. Togliere posti letto significa che il cittadino si rivolge al pronto soccorso con le conseguenti file. Un tempo i pazienti venivano indirizzati ai reparti. E questo comporta anche il fenomeno dell’esasperazione dei cittadini e l’aggressione al personale sanitario".

Boggi ha concluso il suo intervento parlando delle potenzialità della robotica nella chirurgia micro invasiva, anche per permettere ai medici di fare pratica senza toccare il corpo umano. Alessandra Poggi