Sanac, Sos al ministro Giorgetti I sindacati chiedono un incontro

L’azienda ora rischia di dover raddoppiare il personale in cassa integrazione

Migration

Otto anni di amministrazione straordinaria, altrettanti di promesse non mantenute e due gare finite in un nulla di fatto. Ora su Sanac aleggia lo spettro di una chiusura, almeno parziale, per due dei quattro stabilimenti. L’ultimo a restare in piedi con tutta probabilità sarà quello di Massa. Un fiore all’occhiello della siderurgia italiana rischia ora di essere rimesso in gara la terza volta con il ventre molle: senza prospettive né ordini in cassa, senza risorse e con tecnologie mai rinnovate. La svendita di un’eccellenza messa in croce dalla politica e soprattutto dai Governi che prima hanno separato Sanac dall’ex Ilva nella procedura di gara poi non hanno fatto valere il proprio peso, anche societario, nella nuova “Acciaierie d’Italia”. Da un anno Sanac non riceve più ordini da Taranto e deve riscuotere crediti per circa 35 milioni di euro. Fallita anche la trattativa con gli indiani di Dalmia: proposta insufficiente per l’aggiudicazione del bando e per un piano industriale che garantisse l’occupazione sui quattro stabilimenti. I sindacati nazionali di categoria hanno chiesto un incontro urgente al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

"L’azienda ha dichiarato di possedere l’autonomia finanziaria per sostenersi fino a ottobre e che, se non si dovesse avere un inversione di tendenza mirata al recupero delle commesse, raddoppieranno nel breve periodo il numero dei lavoratori in cassa integrazione – incalzano i sindacati –, passando dagli attuali 80 a circa 150160, con la sospensione delle attività di due unità produttive su quattro". La minaccia è serissima e la tensione sale anche a livello locale. Stamani è prevista una conferenza stampa dei Carc alle 11.30 nel piazzale Sanac a Massa per annunciare una grande manifestazione notturna di protesta in piazza Garibaldi per mercoledì 10 agosto alle 21. Alle 12 sempre di oggi anche i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec parleranno davanti ai cancelli dello stabilimento di Massa.

FraSco