
Passa alla Camera l’ordine del giorno presentato dal deputato di Fratelli d’Italia, Alessandro Amorese, firmato anche dal collega della Sardegna, Salvatore Deidda, nell’ambito dell’approvazione sul decreto Ilva, che impegna il Governo a porre in essere ogni azione utile per assicurare il pieno rilancio dell’attività produttiva nello stabilimento di Taranto e una ripresa degli ordini commerciali a favore delle imprese dell’indotto, con un riferimento in particolare alla vertenza Sanac. La società in amministrazione straordinaria è stata punto di riferimento e di fatto unico fornitore dei refrattari per lo stabilimento di Taranto prima come Ilva, poi Arcelor Mittal e infine Acciaierie d’Italia, da un paio di anni è stata tagliata fuori dagli ordini il che ha generato una crisi produttiva e occupazionale da cui non si vede la via di uscita. Amorese durante il suo intervento alla Camera ha ricordato la storia di Sanac, dei quattro stabilimenti di cui il principale è a Massa. "Una delle tante vertenze ereditate dal Governo Meloni – ha sottolineato – e che in una possibile classifica delle crisi industriali vincerebbe il premio del surreale. Un’azienda leader nel settore dei refrattari e l’illogicità della situazione è fotografata dal fatto che da 2 anni Acciaierie ha smesso di ordinare prodotti da Sanac. Ha iniziato a ordinare da tutto il mondo tranne che in Italia. E lo Stato che con Invitalia si trova dentro Acciaierie deve pagare due volte: paga all’estero le forniture e paga la periodica cassa integrazione ai dipendenti Sanac che nel 2015 erano 450 e ora sono ridotti a 300". Azienda che, come ha ricordato il deputato apuano, può essere in salute e ha grandi potenzialità anche per "recuperare occupazione".
FraSco