
Al centro il segretario provinciale della Cgil Nicola Del Vecchio, che fa un appello a favore del referendum
Per il referendum dell’8 e 9 giugno scendono in campo anche sindaci. All’appello promossoda Ali, Autonomia Locali Italiane hanno risposto in molti primi cittadini. I primi firmatari al referrendum organizzato dalla CGIL sono Gianni Lorenzetti, sindaco di Montignoso e presidente della Provincia, Gianluigi Giannetti, di Fivizzano e presidente Unione dei Comuni della Lunigiana, Serena Arrighi, di Carrara, Annalisa Folloni, di Filattiera, Antonio Moriconi, Fosdinovo, Roberto Varese, Podenzana, Christian Petacchi, Zeri, Antonio Maffei, Comano.
"Si tratta di un appuntamento democratico rilevante, che offre a tutte e tutti la possibilità di incidere direttamente su temi che riguardano la vita quotidiana, il lavoro, i diritti e la cittadinanza – si legge nell’appello –. Come sindaci e amministratori locali, sentiamo il dovere di promuovere e incoraggiare la partecipazione. In un momento in cui il dibattito pubblico è spesso dominato da sfiducia e cresce l’astensionismo elettorale, riconquistare lo spazio della partecipazione consapevole e informata è essenziale. I referendum vertono su temi decisivi nel presente e per il futuro, sui diritti del lavoro e su quelli di cittadinanza per i nuovi italiani. Invitiamo quindi tutte e tutti a informarsi, a discutere, a confrontarsi, e soprattutto a recarsi alle urne".
"L’appello al voto da parte dei sindaci – afferma Nicola Del Vecchio, segretario generale della CGIL – è un gesto significativo, soprattutto in un momento nel quale importanti cariche istituzionali invitano a non recarsi alle urne. Il voto e la partecipazione sono la base della democrazia e della libertà. Invitare a non andare a votare non è solo un errore politico, è anche una scelta grave sul piano costituzionale. Chi ha incarichi istituzionali non può favorire la crisi della nostra democrazia, mi auguro quindi che a questo appello si aggiungano anche gli altri primi cittadini della nostra provincia, a partire da quelli che si richiamano ad esperienze di centrosinistra, mi sorprenderei del contrario".
"Mi trovo costretto a pensare – prosegue – che chi non lo farà intenda continuare ad avallare la possibilità di licenziamenti illegittimi senza possibilità di reintegro, un Paese che ancora oggi non riconosce la cittadinanza a persone che studiano, lavorano, pagano le tasse qui, rispettano le nostre leggi".
Nei giorni scorsi a Villa Cuturi si è tenuto un convegno “ Verso il voto. Generazioni diverse Uguali diritti”, organizzato dallo Spi della CGIL dove sono intervenuti Patrizia Bernieri segretaria Spi CGIL, Nicola Del Vecchio segretario CGIL, Alessandra Nardini Assessora Regione Toscana, Giulia Mazzanti, ricercatrice dell’Università di Pisa e presidente Auser provinciale, Luca Tedeschi, Anpi Carrara. Ha concluso Stefano Landini Segretario Nazionale Spi CGIL.
Nell’incontro e’ emersa la situazione di difficoltà che accomuna i giovani e gli anziani. Un paese dove il 53% delle pensioni è sotto i mille euro dove troppi giovani vivono sotto il ricatto del rinnovo del contratto e percepiscono stipendi che non garantiscono una vita dignitosa. Il reddito da lavoro precario, i salari bassi si tradurranno per i giovani in pensioni basse quando e se le avranno e il calo dei contributi versati metterà in discussione la sostenibilità del sistema pensionistico. "La vittoria dei referendum – dicono i pensionari della CGIL – potrà comportare il diritto a riavere il posto di lavoro se licenziati ingiustamente anche per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015, avere per le aziende piccole un indennizzo stabilito liberamente dai giudici, garantire tutela ai lavoratori delle catene degli appalti a partire da quello alla sicurezza sul lavoro, dimezzare il tempo che gli immigrati che vivono nel nostro paese devono attendere per ottenere la cittadinanza italiana".