FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Record di biodiversità nel Magra “Promosso” da Goletta Verde

La relazione del biologo Giuseppe Sansoni nel report sul monitoraggio costiero della Toscana

Giuseppe Sansoni, laureato in biologia e in scienze naturali, è uno storico esponente di Legambiente Carrara. Sua la relaione per il report di “Goletta Verde” sulle foci dei fiumi

Giuseppe Sansoni, laureato in biologia e in scienze naturali, è uno storico esponente di Legambiente Carrara. Sua la relaione per il report di “Goletta Verde” sulle foci dei fiumi

Oltre l’inquinamento delle foci, c’è una vita ricchissima che popola i corsi d’acqua del territorio che sconfina dalle vette delle Alpi Apuane attraverso le cime dell’Appennino fino al mare. Un’area tosco-ligure che rappresenta un unicum da studiare e tutelare. In particolare, il fiume Magra ha un vero e proprio record di ‘biodiversità’, da invidiare. E’ uno degli elementi emersi durante la presentazione del report di Goletta Verde sul monitoraggio costiero della Toscana a Marina di Carrara, all’interno della relazione di Giuseppe Sansoni, laureato in biologia e in scienze naturali, storico esponente di Legambiente Carrara.

Durante la sua relazione, Sansoni ha ripercorso la storia delle analisi della ‘vita’ e della qualità ambientale dei corsi d’acqua, comprese le rivoluzioni che hanno cambiato il metodo di approccio, a partire dal monitoraggio biologico negli anni ’80, fino ad arrivare agli indici di funzionalità fluviale e alle direttive Europee più recenti. "Il nuovo approccio, allo studio dei macroinvertebrati, ha portato alla scoperta dell’invidiabile eredità biologica del fiume Magra – ha detto Sansoni –. Nelle stazioni non inquinate, abbiamo trovato una ricchezza biologica sorprendente, una media di 40 unità sistematiche, cioè gruppi di invertebrati, che sono il doppio delle 20, 25 unità rinvenibili nelle stazioni non inquinate degli altri fiumi italiani. Dunque un patrimonio di cui andare fieri".

Bisognava però approfondire il fenomeno, capirne le origini per poterlo conoscere meglio e difenderlo nella maniera più opportuna. A garantire e preservare una così ricca biodiversità hanno concorso vari fattori: la posizione geografica, la storia del pianeta e delle glaciazioni, il microclima locale e altro ancora. Tutto davvero unico.

"Una prima ragione sta nell’elevata diversità bioclimatica dovuta sia alla vicinanza al mare sia degli elevati crinali dell’Appenino e delle Apuane. Sia al fatto ti essere un’area di confine, più esattamente di transizione, tra la zona geobotanica medioeuropea e quella mediterranea – ha spiegato ancora Sansoni –. L’area del bacino del Magra ha la diversità bioclimatica più elevata di tutte. Comprende infatti ben sei bioclimi, ed è intuitivo comprendere che la maggior varietà di bioclimi fornisce condizioni favorevole a molte specie con esigenze vitali diverse".

C’è poi la storia, da tenere in considerazione. "La storia paleo ecologica di 2 milioni di anni. Anche la flora di questa area a cavallo tra Liguria e Toscana è particolarmente ricca sia di endemismi, pensiamo ad esempio a quelli della flora apuana, che di componenti floristiche provenienti da aree lontane. Perché le specie vegetali animali hanno compiuto queste lunghe migrazioni? La spinta più importante è venuta dalle variazioni climatiche in particolare dall’alternanza di periodi glaciali e interglaciali, con le ripetute espansioni e retrazioni delle calotte glaciali artica e alpina che hanno spinto le specie verso sud: incontrando la barriera della calotta glaciale alpina erano costretta ad aggirarla e potevano penetrare in Italia solo lungo lo stretto passaggio costiero ligure che, grazie alla mitigazione climatica esercitata dal mare, restava sgombro dal ghiaccio" spiega Sansoni.

"E l’eredità biologica del Magra ha potuto conservarsi proprio grazie alla varietà di bioclimi – conclude – . Una felice combinazione di condizioni favorevoli sia attuali che passate. Se aggiungiamo ambienti fluviali splendidi, spettacolari e con livelli di naturalità molto elevati, il santuario dei cetacei e ovideposizione della tartaruga Caretta Caretta, possiamo essere fieri del patrimonio del nostro territorio che è stato veramente baciato dalla fortuna. Un patrimonio che nostro dovere tutelare".