"Qui sta finendo tutto in mare". Voragine sotto al Bagno Marchini. Continua l’opera di distruzione

Amarezza di Angela Trespidi: " Lungomare di Ponente come il Bronx: sporcizia, strada chiusa e incertezza". Pericoloso l’accesso alla struttura balneare. Serve un grosso intervento per rimuovere le macerie.

"Qui sta finendo tutto in mare". Voragine sotto al Bagno Marchini. Continua l’opera di distruzione

"Qui sta finendo tutto in mare". Voragine sotto al Bagno Marchini. Continua l’opera di distruzione

"E’ durata un giorno e mezzo la paratia che avevamo fatto per proteggere la struttura. Qui finisce tutto in mare". Al Bagno Marchini solo conforto, amarezza, incertezza. Quello che si era salvato dalla mareggiata di un mese fa ha ceduto sotto i colpi dell’ultima. "Purtroppo una seconda mareggiata cosi importante, in un orizzonte temporale breve, non ha fatto altro che amplificare la distruzione in atto – commenta, sconsolata, Angela Trespidi Marchini –. Ci sono danni strutturali importanti ed è molto pericoloso avvicinarsi. Serve un grande intervento di rimozione ma senza una protezione immediata e solida è impossibile fare qualsiasi cosa, il mare è a pochissimi metri. Una soluzione deve necessariamente essere trovata e sostenuta, anche se la Bolkestein incombe. La natura sa distruggere, ma anche l’uomo ha le sue colpe. Tutti noi, di concerto con l’amministrazionecomunale, la Regione e tutti gli enti preposti, abbiamo il dovere di salvaguardare il territorio e le persone".

Non era ancora tornata alla normalità il litorale devastato dalla mareggiata di inizio novembre e ora la situazione è degenerata. Il centro di riabilitazione Don Gnocchi ha messo in azione le autopompe per evitare che il pianterreno dell’edificio tornasse ad allargarsi e una squadra di operatori è rimasta in costante allerta mentre l’acqua saliva e, come ogni volta, bloccava la strada di accesso. In molti stabilimenti si è assistito impotenti ad altri pezzi di strutture che finivano in acqua. "La zona del Lungomare di Ponente è come il Bronx – spiega amara Angela Trespidi –, completamente dimenticata, sassi ovunque, sporcizia, strada chiusa, senza alcuna certezza del fare. Il tempo passa velocemente, non si ricrea il tempo perso e non aspetta nessuno. Personalmente, come la maggior parte delle persone che vedono, osservano e chiedono, non condivido una situazione di degrado totale, recente, passato e futuro prossimo. La Provincia di Massa Carrara, va difesa e custodita, deve essere nel cuore di tutti noi, senza colore politico".

Da una parte l’erosione dall’altra la Bolkestein, nel mezzo danni milionari che rischiano di non avere ristori. "Niente era ancora tornato alla normalità dopo il disastro di un mese fa" continua Marchini. Nel bagno diventato simbolo della fragilità del litorale massese la forza della mareggiata ha scavato un tunnel sotto le strutture e la paura ora è che tutto possa cedere e finire in acqua. Anche i lavori di messa in sicurezza non sono serviti: geoblocchi e massi enormi messi con una ruspa che ha lavorato quasi in mare ma altre cabine sono crollate, la staccionata di protezione costata pochi giorni fa 2.500 euro l’ha portata via la corrente. "La nostra paura ora è questa profonda voragine: si rischia che tutto finisca in mare, fino al bar" e Angela Trespidi ricorda che già nel 2018, proprio il 30 ottobre, la scogliera non reggeva più e il mare aveva buttato giù tutte le cabine lato Don Gnocchi. Oggi all’incubo dei sistemi di protezione del litorale mai adeguati, del ripascimento annullato dalle correnti si aggiunge l’incubo dell’asta europea. E ai danni la beffa: qualcuno ha sfidato il rischio di finire in mare per portarsi via tre vasi di plastica per i fiori.

Emanuela Rosi