
Carrara capitale del gioiello d’arte. E’ quello che diventò la nostra città per qualche giorno oltre 50 anni fa quando Marina ospitò la prima biennale dedicata a questo settore. "Era il 1968 e Marina era una ridente cittadina balneare, immersa nel verde, con una buona vocazione turistica, dove d’estate si sentiva parlare milanese, torinese e parmense – racconta oggi Giuseppe Dini (nella foto)-. È proprio quel contesto accattivante che spinse il famoso orafo fiorentino Bino Bini, nell’estate del 1967, a proporre a Luigi Dini e Giuseppe Telara l’idea della prestigiosa mostra, la prima del suo genere in Italia e nel mondo. I nostri, che al tempo erano tra i fondatori della associazione ‘Cenacolo Roccatagliata’, non se lo fecero dire due volte e misero in moto la macchina organizzativa.
L’impresa – prosegue il racconto di Dini – non fu né semplice né economica ma, grazie anche all’impegno dell’allora sindaco Sauro Dalle Mura, all’Azienda autonoma soggiorno e turismo di Marina, alla Provincia e alla nostra Camera di commercio, riuscirono in un’impresa che possiamo tranquillamente definire formidabile. La rassegna ebbe luogo al Club Nautico dal 10 al 18 agosto 1968".
Un evento che ebbe una rilevanza nazionale e internazionale. "Alla prima esposizione, nella quale i capolavori erano sorvegliati a vista sulle 24 ore da un servizio di sicurezza che controllava l’interno e l’esterno della struttura, parteciparono artisti orafi provenienti da tutto il mondo – ricorda ancora Dini -. I gioielli erano assicurati per la ragguardevole cifra, per quei tempi, di un miliardo e mezzo di lire. Per una settimana visitatori provenienti da tutto il mondo si affollavano all’esterno del Club Nautico e la mostra ebbe un tale successo che sullo stesso modello l’agenzia per gli Affari culturali giapponese l’anno successivo organizzò a Tokio la ‘International jewellery arts exhibition’. Subito dopo l’evento giapponese, nell’estate dell’anno 1969, venne organizzata la seconda e purtroppo ultima edizione della mostra. Non c’è dubbio – conclude Dini – che a quei tempi la nostra cittadina fosse abitata da persone in grado di manifestare, tramite iniziative di questa portata, l’amore per i propri luoghi e di valorizzarne le qualità. Chissà se la nostra futura amministrazione saprà nuovamente issare la bandiera della nostra città e farla sventolare più in alto possibile". Tante le proposte per restituire alla città quella patina internazionale e di alta cultura che ebbe nel passato.