
Arrighi: "Il disciplinare non è stato bocciato dal Tar: andiamo avanti spediti". Caffaz: "Questo era ’il’ ricorso ed è stato perso: adesso cosa si fa?".
di Daniele Rosi
"Sui progetti articolo 21 si procederà spediti". Questa la rassicurazione della sindaca Serena Arrighi dopo un lungo dibattito in consiglio comunale sulla recente sentenza del Tar sull’articolo 21. Il tema, dopo gli ultimi turbolenti giorni, è finito come prevedibile sui banchi del consiglio con botta e risposta tra maggioranza e opposizione, soprattutto sulle tempistiche che la sentenza potrebbe causare alla realizzazione dei progetti.
Il Tar alcuni giorni fa si era pronunciato dichiarando illegittima la sola ipotesi di gara pubblica per i progetti destinati alla città, dando ragione alle aziende del marmo sulla possibilità di ricorrere anche a ditte di fiducia per portare a termine i progetti stessi. Dai tavoli dell’opposizione non sono mancate le critiche per quanto successo a seguito della sentenza. "Da tempo sostengo che si stia percorrendo una strada delirante sull’articolo 21 - ha sostenuto Massimiliano Bernardi - e gli umori che sento in questi giorni in Comune sono quasi di soddisfazione per la sentenza, ma le perplessità che qualcuno aveva, avrebbe dovuto esprimerle anche alla sindaca".
"L’idea del codice degli appalti ha rallentato l’iter - ha aggiunto Andrea Vannucci - facendo perdere tempo. Scommettiamo che ora, senza codice degli appalti, spunterà anche un progetto per lo stadio? Il codice degli appalti è un ‘ginepraio’ e i concessionari hanno portato avanti progetti facili per non mettere a rischio la propria cava". Sempre tra le forze d’opposizione, il consigliere Simone Caffaz ha segnalato alcune dichiarazioni ritenute contrastanti della sindaca in tema articolo 21 fatte in precedenza. "In passato aveva detto che questo ricorso del Tar non sarebbe stato solo un ricorso - ha aggiunto il consigliere rivolgendosi alla sindaca - ma che sarebbe stato ‘il’ ricorso, ed è stato perso. Si dice che non ci sono stati pareri tecnici e legali sulla questione, ma la sua lista ha detto il contrario".
Chiamata più volte in causa, la sindaca ha poi spiegato quanto accaduto, rassicurando sul rispetto dei tempi. "Il disciplinare non è stato bocciato - ha replicato Arrighi - ma è stato sancito che non si deve applicare il codice degli appalti, che è solo uno degli elementi. Il resto è rimasto valido e lo seguiremo per la realizzazione delle opere. Probabilmente abbiamo fatto un errore tecnico, ma ci adegueremo. Seguendo il disciplinare i concessionari saranno liberi di procedere spediti con le opere che la città attende. Alcuni progetti necessitano di integrazioni, anche importanti, ma non si è perso tempo".
Nel lungo giro di pareri, anche la maggioranza, dopo aver ottenuto rassicurazioni sul rispetto dei tempi per i progetti, ha difeso la scelta che era stata fatta sul codice degli appalti. "C’è stata una discussione aperta se applicare o no il codice - ha spiegato il consigliere Gianmaria Nardi - che abbiamo ritenuto tutelante, ma se il Tar si è espresso in merito, rispettiamo la decisione. Se i tempi non cambiano, la questione è puramente tecnica". "La sentenza dice che i concessionari non sono obbligati ad attuare il codice degli appalti - ha sottolineato Alberta Musetti - quindi è una procedura che non può essere imposta, ma rimane come scelta. Non siamo contenti della sentenza, come qualcuno sostiene, piuttosto abbiamo preso atto della sentenza".